Le novità già vecchie della Spending Review

mercoledì 30 maggio 2012


Stavolta si fa sul serio. O almeno è quello che promette Enrico Bondi, il supertecnico con le forbici chiamato dal Governo a tagliare i costi inutili della macchina pubblica. Quattro miliardi subito, entro giugno, su un ammontare "aggredibile" di 100 miliardi che, nel medio periodo, potrebbe arrivare fino a 295, come prevede il ministro per i Rapporti con il parlamento, Pietro Giarda. Dopo i salassi al contribuente, dunque, con una pressione fiscale percepita che supera il 50%, ora a piangere lacrime e sangue sarà anche lo stato spendaccione. Finalmente. O forse no. 

A lasciare perplessi è il fatto che le dichiarazioni altisonanti di Bondi sono l'esatta fotocopia, nella forma e nei contenuti, delle parole già spese il 30 aprile scorso in conferenza stampa dal Presidente del Consiglio, Mario Monti: 4,2 miliardi in meno subito, un fronte di spesa "aggredibile" di 100 miliardi e la prospettiva di allargare il fronte dei tagli fino a 300 miliardi. Allora il premier aveva dato ai suoi ministri un mese e mezzo di tempo per stilare un piano di risparmi per il proprio dicastero. E difatti il prossimo 12 giugno il Comitato interministeriale per la riduzione della spesa si riunirà ancora una volta attorno ad un tavolo per valutare le proposte dei singoli ministri. In attesa di capire chi taglierà davvero che cosa, si resta nel campo del già detto e già sentito.

L'esempio più lampante di questo gioco delle tre carte sono i tagli sul settore Difesa. Da qui al 2024 si procederà al taglio di 33mila militari e 10mila civili, con un -30% tra le file degli alti ufficiali. Entro cinque anni caleranno della stessa percentuale anche caserme e mezzi, attraverso la progressiva dismissione di edifici, ma anche elicotteri, mezzi navali e blindati. E poi il taglio del progetto F-35, il caccia multiruolo di ultima generazione necessario per ammodernare l'ormai obsoleto parco velivoli dell'Aeronautica e per dotare la Marina di caccia imbarcabili sulle portaerei Cavour e Garibaldi, in sostituzione di quegli harrier che ormai stanno tirando gli ultimi. Il piano originale prevedeva l'acquisto di 131 esemplari di F-35, nelle versioni standard e a decolo verticale (quest'ultima necessaria per le portaerei). L'Italia ne comprerà soltano 90, con un risparmio di circa 5 miliardi di euro. Anche qui, però, di novità significative non c'è nemmeno l'ombra: tutti questi provvedimenti, infatti, erano già stati dettagliatamente riportati nel piano di riforma della Difesa presentato dal ministro Giampaolo Di Paola già lo scorso febbraio. 

Altro fronte di grandi sfrondamenti sembra essere la Sanità: qui il governo prevede di risparmiare 97.6 miliardi, praticamente un terzo dei 300miliardi promessi, attraverso l'informatizzazione del settore e la revisione dei servizi. Per sapere quali e quanti, occorrerà attendere il 12 giugno.

350 milioni dovrebbero arrivare dalla riduzione delle auto blu, un settore su cui si era però già mosso il governo precedente nell'agosto del 2011, con una previsione di risparmio secondo l'ex ministro renato Brunetta di 900 milioni in tre anni. Ovvero quasi tre volte tanto. Anche qui, dunque, "Nihil sub sole novi". Anzi. 

Oggi il Decreto legge sulla spending review torna alla commissione Affari Costituzionali e Bilancio del Senato. Dove dovrà vedersela con una mole di oltre 110 emendamenti già depositati.


di Luca Pautasso