Flop iraniano per il "5+1" a Baghdad

venerdì 25 maggio 2012


Cronaca di un fallimento annunciato. O quantomeno ampiamente prevedibile. I colloqui sul nucleare iraniano, tenutisi negli scorsi due giorni a Baghdad, hanno portato ad un nulla di fatto.

Per tutto il giorno, il sito iraniano di PressTv ha lanciato notizie sconfortanti. Nella mattinata di ieri, fonti diplomatiche anonime, citate da Press Tv hanno avvertito che le prospettive dei colloqui sul nucleare di Teheran fossero già da subito «vaghe e in dubbio», soprattutto se il gruppo delle potenze del 5+1 (Usa, Regno Unito, Francia, Russia, Cina, Germania) «respinge il pacchetto iraniano». Poi, pessimismo sulla possibilità di nuovi negoziati, dopo il flop di Baghdad: l'Iran è «incerto» che, dopo il vertice di Baghdad, si possa svolgere un terzo round di colloqui sul nucleare con il gruppo 5+1, come riferiva sempre PressTv a colloqui ancora in corso. Solo più tardi, nel pomeriggio di ieri, la stessa fonte iraniana ha parlato di un nuovo incontro, che si terrà «a breve» sempre a Baghdad. 

Secondo l'agenzia semi-governativa iraniana Fars, si sarebbe creata una notevole spaccatura fra la Russia e gli Usa. I rappresentanti americani hanno detto di voler intensificare le sanzioni contro l'Iran, se quest'ultimo dovesse respingere il pacchetto di proposte del 5+1, mentre il viceministro degli Esteri russo Sergej Riabkov, che guida la delegazione di Mosca, ha ribadito la forte opposizione di Mosca a qualsiasi altra sanzione contro Teheran. Pur senza citarlo, il quadro prospettato dalla Fars è lo stesso che aveva portato al naufragio della precedente tornata di colloqui sul nucleare fra Iran e 5+1, quelli conclusisi senza neanche stilare un'agenda dei lavori dopo le riunioni di Ginevra (dicembre 2010) e Istanbul (gennaio 2011): all'epoca, le sei potenze non erano state in grado di concordare una linea e l'Iran non aveva voluto neanche parlare del suo programma nucleare. Anche un anonimo responsabile iraniano citato dall'agenzia France Presse a Baghdad ha detto che i 5+1 «non hanno risposto alle nostre proposte e volevano avere più tempo per consultazioni interne».

Da queste testimonianze, la diagnosi del fallimento appare lampante: non esiste alcuna "comunità internazionale" coesa e pronta ad affrontare la questione nucleare iraniana con una sola voce. I russi sono decisamente gli avvocati di Teheran, assieme ai cinesi. E solo le potenze occidentali si pongono il problema che, nel caso l'Iran si doti dell'arma nucleare, possa costituire un pericolo per Israele e per l'Occidente. Finché questa spaccatura resta, non sarà possibile alcuna soluzione alla questione nucleare iraniana. Passa in secondo piano, a questo punto, la possibilità di un futuro round di negoziati. Con un gruppo di interlocutori divisi al loro interno, i colloqui del 5+1, come teme Israele, resterebbero uno sterile esercizio diplomatico, usato da Teheran per prendere tempo. E completare il suo programma atomico.

Da Gerusalemme, il ministro della Difesa Ehud Barak, non esclude l'opzione militare. Nell'impasse generale della diplomazia, lo Stato ebraico si tiene pronto a difendersi da solo.


di Stefano Magni