L'Orlando vittorioso scompiglia il Pd

mercoledì 23 maggio 2012


Una forte astensione, un Pd alla resa dei conti, un Pdl ai minimi storici, un centro destra frantumato ed un unico vincitore: Leoluca Orlando. Questo il panorama politico dopo il voto amministrativo di Palermo che, per la quarta volta, avrà come sindaco il professore dal ciuffo ribelle.

Una vittoria personale, quella di Orlando, che non ha destato sorpresa più di tanto ma ha scompaginato gli equilibri politici anche in vista delle prossime elezioni regionali del 28 ottobre. La candidatura dell'esponente dell'Idv, infatti, già prefigurava una sua vittoria. Gli errori, le indecisioni, la frantumazione delle liste di centrodestra, la spaccatura del Pd, la debolezza politica dei suoi avversari, la sua popolarità e soprattutto la disaffezione al voto con una massiccia astensione non potevano non avere come conseguenza che la sua affermazione.

Una schiacciante vittoria sul suo ex pupillo Fabrizio Ferrandelli, sostenuto dal Pd a da Sel, ma non un'acclamazione da parte dei palermitani come il neo sindaco ha lasciato intendere. I numeri sono numeri. È vero che ha ottenuto il 72.43 per cento, ma su una percentuale di votanti al secondo turno del 39,76 per cento, tra le più basse d'Italia. Se si fa riferimento ai voti percentuali sul totale degli elettori (votanti e astenuti), Orlando è stato scelto dal 28 per cento dei cittadini di Palermo, cioè uno su cinque.

Comunque sia, l'elezione di Orlando ( con la quale dovrà fare i conti Di Pietro), che ieri ha presentato la sua giunta, si abbatte come un fulmine  sul centrosinistra, soprattutto sul partito di Bersani che il neo sindaco attacca per l'alleanza con il governatore siciliano, Raffaele Lombardo. «Non c'è più il centrosinistra in Sicilia. Il Pd è finito», ha dichiarato l'Orlando vittorioso, mettendo legna sul fuoco sulla spaccatura all'interno dei democratici, tra i filo governativi Cracolici e Lumia, grandi sponsor di Lombardo e chi invece preferirebbe la foto di Vasto. «Cracolici, Lumia e Lombardo insieme non fanno neanche due teste», aggiunge il neo sindaco.

Nel Pd, dunque, lo scontro è più che mai più aperto in vista dell'assemblea regionale di domenica prossima che si profila alquanto infuocata. E il regolamento dei conti tra i democratici è già iniziato. La foto di Vasto? «Me ne fotto», ha risposto un nervoso Cracolici, capogruppo del Pd all'Ars, responsabile, secondo Bernardo Mattarella (area Bersani), della pesante sconfitta elettorale del partito a Palermo. E se da un lato i senatori Vladimiro Crisafulli ed Enzo Bianco chiedono al duo Cracolici-Lumia di farsi da parte e a Bersani di commissariare il partito in Sicilia, dall'altro il segretario regionale Lupo ritiene di poter avere i numeri per respingere la mozione di sfiducia presentata proprio dal capogruppo all'Ars.

La vittoria di Orlando, quindi, acuisce la crisi del Pd siciliano ed impedisce una riedizione dell'alleanza con Lombardo  alle  prossime elezioni regionali. In questo quadro il centro destra, soprattutto il Pdl, stenta ad impostare una credibile politica di ripresa frenato dalle sue contraddizioni ed anche dalla mancanza di una leadership regionale forte ed autorevole.


di Rosamaria Gunnella