All'Europa non importa di Equitalia

sabato 12 maggio 2012


All'Europa non interessa quello che fa Equitalia. È il "j'accuse" di Claudio Morganti, europarlamentare della Lega Nord, che lo scorso 26 aprile ha presentato un'interrogazione alla Commissione Europea nella quale domandava all'esecutivo Ue se «il metodo applicato da Equitalia per la lotta all'evasione fiscale sia da ritenersi sostenibile, a fronte del drammatico aumento di suicidi di persone sottoposte a pesanti controlli da parte dell'agenzia pubblica che si occupa della riscossione dei tributi». Ma da Bruxelles hanno fatto spallucce. «Dear Mr. Morganti - hanno risposto mercoledì scorso all'eurodeputato leghista dal Directorate for the Plenary Activities od the Members - la Sua domanda su "Operato di Equitalia" eccede la competenza e la sfera di responsabilità della Commissione». Ancor più in breve di così, ci sarebbe stato solo un laconico "affari vostri".

Onorevole Morganti, cosa ha chiesto nello specifico alla Commissione Europea?
Nelle ultime settimane sono drasticamente aumentati in Italia i casi di suicidi di imprenditori. È una situazione davvero drammatica. Alla Commissione ho dunque chiesto, prima di tutto, se questi metodi che hanno pesanti conseguenze a livello sociale ed economico, siano da considerarsi veramente consoni ad un paese dell'Unione, e se quindi i metodi utilizzati da Equitalia siano da ritenersi davvero sostenibili. In secondo luogo, ho chiesto se la lotta all'evasione fiscale negli altri stati membri viene svolta così come in Italia, o se esistono altre procedure. Ho domandato, in buona sostanza, se il recupero delle eventuali tasse non pagate effettivamente sia uguale al nostro. Ma non ho ricevuto nessuna risposta, se non le tre righe scarse con cui la Commissione mi ha fatto sapere che non erano temi di sua competenza. 

Perché un'interrogazione in Europa?
Intendiamoci: sono per una concreta ed efficace lotta all'evasione fiscale. Ritengo sia un'azione doverosa, specie in periodi di difficoltà economica. Però a lasciarmi fortemente perplesso sono i metodi che Equitalia applica: per debiti di poche migliaia di euro scattano fermi amministrativi, pignoramenti anche sulla prima casa, persino su fonti e strumenti che servono per lavorare. Ma quello che mi fa davvero rabbia è che a finire nel tritacarne sia solo la gente comune, le persone normali. I grandi evasori, le persone famose, se la cavano con molto meno. Prendiamo il caso di Valentino Rossi: gli era stato contestato un ammanco tra i 60 e i 100 milioni, ed è riuscito a chiudere la pratica versando al fisco appena 35 milioni. Non mi sembra giusta una simile disparità di trattamento verso chi gode di una grande visibilità mediatica rispetto al povero operaio o al povero imprenditore che, oltre a dover versare il dovuto, deve pagare anche interessi di mora degni di uno strozzino.

La risposta però non è stata quella che si aspettava…
La Commissione Europea mi ha scritto che l'argomento dell'interrogazione esula dalla propria competenza e responsabilità. E nient'altro. Nemmeno una motivazione della risposta. Ho cercato allora di contattare gli uffici dell'istituzione per capire la motivazione, anche perché una parte della domanda era molto chiara: essere messo a conoscenza, come parlamentare, di quali siano i metodi di riscossione delle tasse negli altri paesi dell'Unione. Ma finora non ho avuto spiegazioni. Mi sembra veramente assurdo che la Commissione non voglia nemmeno prendere atto di un problema e andare a verificarne l'effettiva portata nè valutare le relative contromisure, visto anche quello che sta succedendo nei suoi paesi membri: in Grecia, dove ci sono stati 1.800 morti, ma anche in Italia, dove i suicidi stanno registrando una vera e propria escalation. 

Sembra quasi abbiano voluto liquidare la questione.
Esattamente. Per questo sono molto deluso e arrabbiato. La comunità europea dovrebbe tenere in considerazione questi temi: la stabilità di bilancio è sicuramente una questione importante, ma lo è anche il rispetto della persona e dei valori umani. E la Commissione avrebbe dovuto e potuto prestare un po' più di attenzione sul fatto che in uno dei suoi paesi membri si vada a colpire così pesantemente i debitori dello stato.

Lei ha avuto modo, confrontandosi con i suoi colleghi stranieri, di capire effettivamente come funziona la riscossione fiscale negli altri paesi dell'Unione?
Questo avrebbe dovuto spiegarmelo la Commissione… Mi aspettavo insomma un elenco dettagliato dei metodi utilizzati dai paesi membri. Ora è chiaro che se l'Europa non risponde, toccherà a me andare a parlare con i deputati che conosco, quelli con cui ho maggiore confidenza, e chiedere come combattono nel loro paese l'evasione fiscale. A noi deputati è dato lo strumento dell'interrogazione per capire e per sapere. Se poi però la Commissione non vuole entrare nel merito, dovrò fare da me. Come del resto la Lega ha già fatto in Italia.

In che senso?
Mi riferisco al caso dei sindaci che si sono schierati contro Equitalia. Nei comuni che amministriamo, o dove siamo in maggioranza, stiamo cercando poco alla volta di "licenziare" Equitalia e utilizzare un altro ente, o gli uffici del comune stesso nelle realtà più piccole.

Funziona?
Certo. Da un lato si evita l'enorme carico di spese che una cartella può avere con l'aggiunta delle commissioni, dall'altro si instaura con il cittadino un dialogo più umano e diretto, cosa che Equitalia non ha mai nemmeno provato a fare. Un ente piccolo, che conosce bene il territorio, ha inoltre più facilità a comprendere quale sia la situazione economica e familiare del debitore, e quindi può agire in modo diverso. 

Da noi il problema di Equitalia è ben noto da tempo, eppure né il Governo né l'Agenzia delle Entrate sono intervenuti. Crede che l'Europa potrebbe fare qualcosa? 
L'obbiettivo dell'interrogazione era anche questo, ossia portare a conoscenza della Commissione Europea quello che sta succedendo in Italia in modo da sollecitare un qualche tipo di intervento. Il problema è che se la risposta è di questo tenore, ovvero di assoluto disinteressamento, appare chiaro come all'Europa non importi controllare e valutare le modalità di riscossione negli stati membri, né intervenire quando queste creano gravissime difficoltà ai cittadini.

I prossimi passi quali saranno?
Cercare di capire il perché di una risposta così evasiva, ed eventualmente riformulare l'interrogazione in maniera che la Commissione non la rispedisca al mittente. Ma soprattutto, cercare di capire se il tema interessa davvero all'Europa. Spero ovviamente di risvegliare un maggiore interesse della Commissione la prossima volta, perché altrimenti mi chiedo a cosa serva se poi non interviene nemmeno per tutelare i diritti dei suoi cittadini in difficoltà.


di Luca Pautasso