Da Paperopoli lezioni di liberalismo

giovedì 10 maggio 2012


Cosa hanno in comune un piccolo imprenditore del bergamasco e Paperino di Walt Disney? Nessuno se lo sarebbe neanche mai chiesto se non fosse uscito il numero 2945 del celebre fumetto. Un numero che ospita una breve pillola di poche pagine, con la voce narrante del tuttologo plurilaureato Pico de Paperis, che parla ai lettori giovani e meno giovani di qualcosa che ci riguarda tutti: la burocrazia.

De Paperis tenta di spiegare in cosa consiste, come nasce e come funziona, cercando di renderla più comprensibile, prendendola sul ridere, come si dice, per sdrammatizzarne i tratti più odiosi. In poche pagine, i beniamini della Disney si trovano a dover affrontare file interminabili agli uffici pubblici, impiegati poco collaborativi, postini con indesiderate cartelle esattoriali, altissimi plichi di scartoffie e una conseguente esplosione del male dei nostri giorni: lo stress da pubblica amministrazione. Una girandola di sportelli, documenti e timbri.

Una giostra impazzita che fornisce una fotografia satirica dell'Italia contemporanea, ancora così poco tecnologizzata, ancora così lenta, in un tempo in cui anche il fumetto, forma cartacea per eccellenza, si rinfresca e rinnova, affiancando al classico contenuti online pensati per essere facilmente fruibili anche dai bambini. Alla fine alcuni dei nostri eroi rimangono schiacciati dalle carte. Uno tra loro si distingue: Paolino Paperino, il disobbediente, il ribelle. A Paperino viene recapitata una multa, una sanzione che non merita, frutto di un errore amministrativo, di un disguido, di una svista. Un piccolo problema che può trasformarsi in una tragedia, perché quando una sanzione è sbagliata non basta stracciarla, bisogna contestarla, e contestarla non è facile né immediato.

Come può il cittadino difendersi da solo? Può sentirsi abbandonato e rimanere schiacciato, come le tante, troppe vittime delle quali apprendiamo ogni giorno sui giornali. Oppure può uscire di testa, decidere di farsi giustizia da solo, come Luigi Martinelli e la storia della sua folle incursione negli uffici dell'Agenzia delle Entrate di un piccolo paese della provincia di Bergamo, della quale si parla e si parlerà ancora tanto. Il cittadino di Paperopoli è uguale all'italiano medio.

A Paperopoli si arrabbiano come a Bergamo. La soluzione è ironica, ma molto drastica e particolarmente in linea con gli avvenimenti di questi mesi. L'ultima vignetta della breve pillola disneyana ritrae Pico de Paperis mentre spiega che in fondo, se proprio non possiamo fare a meno della pubblica amministrazione, che almeno le procedure siano semplici. Perché la semplicità è sempre la strada dell'efficienza. La semplicità è drastica ed efficace.

Accanto al tuttologo, un determinato Paperinik guida un'automobile volante, tenendo appeso come un salame a mezz'aria un impiegato degli uffici che hanno commesso l'errore amministrativo, che hanno fatto arrivare l'ingiusta sanzione a casa del nostro malcapitato papero. L'impiegato, terrorizzato, si convince facilmente e lo si vede gridare che sì, annullerà la multa al signor Paolino Paperino. Da Paperopoli, un ironico invito alla disobbedienza civile e fiscale. Della serie: stiamo solo scherzando, ma non troppo.


di Irene Selbmann