giovedì 10 maggio 2012
Giuseppe Castiglione, coordinatore regionale in Sicilia del Pdl, conferma che il Pdl rimane il primo partito in Sicilia, ma non nasconde l'amarezza nel vedere al ballottaggio a Palermo due candidati di centro sinistra, Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli, e non il candidato del Pdl, Massimo Costa. In attesa della riunione dei vertici del partito a Roma per parlare del voto amministrativo, l'onorevole parla del risultato del voto nel capoluogo siciliano.
Dopo i risultati elettorali, come giudica il voto di
Palermo?
C'è una legge elettorale che favorisce la disgregazione
dei partiti. Una legge che non funziona. A Palermo c'è una
situazione di grave disagio e noi avevamo l'eredità di
un'amministrazione difficile da gestire. Su tutto questo noi
avevamo fatto un ragionamento molto elementare: conviene investire
su un volto nuovo, giovane, brillante e professionista oppure su
chi conosceva già la macchina amministrativa e quindi con
esperienza politica? Noi abbiamo puntato sull'innovazione.
Allora, dov'è che avete sbagliato?
Massimo Costa, purtroppo, non è stato recepito come
qualcuno che potesse affrontare problemi complessi come quelli
della città di Palermo. Leoluca Orlando, al contrario, è stato
premiato come uomo di esperienza e di governo in grado di
affrontare le questioni palermitane, di cui lui è in parte
responsabile.
Il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, afferma che
il Pdl ha sbagliato strategia. Lei cosa risponde?
Mi sembra molto strano che faccia un attacco al Pdl
quando nel momento della formazione delle liste lui non è stato
presente. Non lo abbiamo visto in giro nelle iniziative politiche
del partito. Vorrei ricordare al sindaco di Catania che a Sciacca
vinciamo al primo turno. A parte alcuni comuni, in Sicilia
avete dimezzato i voti e a Palermo, storica roccaforte del centro
destra, avete perso. Abbiamo sbagliato nell'indicazione del
candidato sindaco. In un momento di grave disagio Palermo si è
affidata a chi, come Orlando, è stato percepito come uomo di
esperienza. La città ha privilegiato la persona piuttosto che
l'alleanza politica.
Ma allora perché non avete pensato di candidare dei big
alla corsa per la poltrona di Palazzo delle Aquile?
Noi abbiamo creduto che un giovane, che non aveva mai
fatto politica, potesse essere l'uomo giusto.
È un dato politico?
Assolutamente no. E un risultato amministrativo della
città. Il dato politico è la riesumazione di Leoluca Orlando. Non è
una vittoria dell'Idv, ma del suo portavoce.
E le primarie che lei e Angelino Alfano avevate
prospettato che fine hanno fatto?
A Palermo non c'erano i candidati.
Presidente, mi sembra però che il Pdl non faccia auto
critica.
Abbiamo sbagliato la valutazione del candidato a Palermo.
Pensavamo che gli elettori, in un momento di anti-politica,
rivolgessero il loro consenso nei confronti di un giovane che
non avesse esperienze politiche.
di Rosamaria Gunnella