La Lega viaggia a nordest

mercoledì 9 maggio 2012


Non ci fosse stato il giovane prode Flavio da Verona, le camicie di via Bellerio sarebbero passate dal color verde padano a un tetro nero da lutto "totale". Avevano 160 sindaci, più o meno, fino a lunedi pomeriggio, adesso al Carroccio sono rimaste una sessantina di amministrazioni comunali, evidentemente il recente scandalo che ha colpito una parte del "cerchio magico". Ma proprio la riconferma di Tosi alla guida della città di Verona ha, almeno per il  momento, allontanato il dibattito interno sulla debaclè elettorale leghista ma non la question su chi sarà il nuovo leader dei padani.

Tosi che però non si accontenta, della poltrona di primo cittadino scaligero, e a questo punto avanza prepotentemente la propria candidatura alla segreteria nazionale della Liga Veneta Lega Nord, una sorta di corrente del nordest che ha un peso importante all'interno del movimento bossiano. « E' possibile un mio impegno per la segreteria del Veneto», ha ribadito ieri incontrando i giornalisti a palazzo palazzo Barbieri, dopo aver ringraziato quanti gli hanno assegnato un così largo consenso, non del tutto inaspettato. «Io credo che abbiamo dimostrato che con la concretezza e la vicinanza alla gente si può vincere anche correndo da soli, cosa che in molti hanno giudicato impossibile in questi anni. Abbiamo dimostrato che la Lega deve tornare alle origini».  

Ha spiegato il sindaco di Verona, sempre più vicino a Maroni dopo alcuni dissapori dei mesi precedenti, che ha confermato di non gradire la ricandidatura alla segretaria della Lega del Senatur: «Bossi dopo lo scandalo Belsito ha avuto il coraggio di fare un passo indietro che è stato apprezzato da tutti, anche da chi non è della Lega Nord. Credo che per lui, fondatore e guida indiscussa del movimento per oltre vent'anni, sia stato un sacrificio dolorosissimo. Quelli che oggi standogli intorno spingono per farlo tornare alla guida del partito stanno facendo del male non solo alla Lega, ma principalmente allo stesso Umberto Bossi». E sull'alleanza con il Pdl ha precisato come stanno realmente i fatti e precisando che sono stati i berlusconiani a fare harakiri: «Noi a Verona abbiamo fatto vedere che di quell'alleanza si può fare a meno, soprattutto se il Pdl è, come è stato nella nostra città, un partito che fin dall'inizio del mio mandato di sindaco ha remato contro. Nel Pdl è accaduto di tutto e di più, infatti quattordici di loro, fra consiglieri e assessori, son venuti con me e si sono candidati con le liste a mio sostegno. Il fatto che i veronesi li abbiano votati e che il Pdl sia al 5 per cento credo che la dica lunga su chi ha avuto ragione e chi ha avuto torto».

 Il cambio di passo appare chiaro e la vittoria della linea Maroni anche, mentre il cerchio magico si sta praticamente sciogliendo come neve al sole: il Carroccio, tanto per rendere bene l'idea della rivoluzione in atto, ha perso le amministrazioni di Cassano Magnago, dove è nato il Senatur, e quella di Mozzo dove vive l'ex ministro Roberto Calderoli. A via Bellerio, però, si sta trascurando che Tosi abbia trionfato con una propria lista e che probabilmente avrebbe rivinto lo stesso anche senza la presenza del simbolo della Lega Nord. Il voto di primavera ha acuito ancora di più la spaccatura tra la Lega Lombarda e la Liga Veneta. I veneti infatti sono sempre più convinti della necessità di puntare sul Carroccio incarnato da Tosi e Zaia per rilanciare il partito. E c'è già chi punta proprio sul Governatore per il congresso di giugno quando uscirà  il nuovo segretario federale. Zaia per il momento esclude una sua candidatura ma sono sempre più insistenti.

La vittoria di Verona rappresenta il successo di Maroni e apre, di fatto, la strada al restyling della Lega che da qui alle prossime elezioni politiche, previste per il maggio 2013, deve allargare necessariamente il proprio consenso e puntare maggiormente sul Nord Est, non ristagnare tra Alto Piemonte, Brianza e Alto Veneto e cancellare il miraggio della Padania libera. Adesso per il Carroccio si prospetta un'estate molto calda con i congressi veneti e lombardi di inizio estate che anticipano il congresso federale previsto per il 30 giugno. Quel giorno potrebbe essere quello storico per sancire la fine della "vecchia" Lega e l'inizio di un grande partito del Nord.


di Luca Sansonetti