A Palermo il vecchio contro il nuovo

mercoledì 9 maggio 2012


Le opere di Luigi Pirandello? Roba per dilettanti. Le allegorie di Franz Kafka? Racconti per bambini. Niente, in confronto ai risultati delle elezioni amministrative a Palermo, dove si consolida un altro genere letterario: la miopia sulla realtà. Un problema di vista che non riguarda i palermitani ma le "lenti" dei partiti, a Roma come a Palermo, appannate dalla erronea convinzione che il nuovo e giovane surclassi il vecchio: un clamoroso errore di valutazione.

Infatti, quasi tutti i pronostici si sono verificati: l'affermazione di Leoluca Orlando che va al ballottaggio, lo sbandamento e la polverizzazione del Pdl (ma non in queste proporzioni), l'evanescenza del partito della Nazione di Casini, la resa dei conti all'interno del Pd, la sconfitta politica del governatore Raffaele Lombardo, leader dell'Mpa. "L'usato" e l'esperienza contro la politica del nuovo: Costa, Aricò, Ferrandelli, Caronia. L'exploit di Orlando  che sfida, in un duello che si profila durissimo, il suo ex pupillo Fabrizio Ferrandelli, era prevedibile. E sebbene nei conteggi dei voti vi è  una diversa interpretazione della nuova legge elettorale, tra regione e comune, la sostanza non cambia (per il comune Orlando al 47,35%, per la Regione al 31%, Ferrandelli rispettivamente al 17,39% e all'11%. "Il sindaco lo sa fare" era lo slogan di Orlando, che ha puntato tutto sulle sue precedenti esperienze a Palazzo delle Aquile, dove ha "regnato" (sebbene con brevi interruzioni)  dal maggio 1985 all'aprile del 2000.

Un  volto noto e conosciuto, quello dell'esponente dell'Idv, che ha fatto leva sui palermitani reduci dell'amministrazione Cammarata (disastrosa eredità di Orlando, però, non sanata) per i quali è sempre valido l'adagio popolare "megghiu u tintu canusciutu che u bonu a canusciri". E c'è anche chi, paradossalmente, si augurava che l'ex sindaco vincesse al primo turno. La nuova legge elettorale, infatti, prevede che il vincitore al ballottaggio ottenga un premio di maggioranza pari al 60 per cento dei seggi. Orlando, in caso di vittoria, avrebbe il potere assoluto a Palazzo delle Aquile con 30 consiglieri su 50.

E proprio la legge con la quale i siciliani sono andati a votare (voluta fortemente dal Pd per battere il centro destra), cioè con il voto disgiunto per il sindaco senza il trascinamento delle liste, ha favorito l'esponente dell'Idv che, a Palermo, risulta il primo partito con il 10% seguito dal Pdl che si attesta intorno all'8%. E in questo terremoto elettorale i partiti, soprattutto il Pdl e il Pd, dovranno preparasi alle elezioni regionali di ottobre che si prospettano tutt'altro che semplici.


di Rosamaria Gunnella