Dietrofront Formigoni. Sarà troppo tardi?

martedì 8 maggio 2012


Continua a non essere indagato, ma resta al centro della scena mediatica. Roberto Formigoni convive con le luci dei riflettori puntate addosso e i taccuini dei giornali ad un passo. Con la tempesta giudiziaria che ha travolto la sanità lombarda e arrestato gli amici Daccò e Simone, il numero uno del Pirellone ha però trovato il tempo di chiudere la campagna elettorale per le amministrative nel comasco, non disdegnando risposte e frecciatine a chi lo incalzava.

Il corpo a corpo con Repubblica, che il presidente ha ribattezzato «Pravda», coinvolge ora anche la portavoce Gaia Carretta, stando ad una delle ultime note inviate alle agenzie. "Ancora una volta la Pravda, alias Repubblica, scrive falsità, ad esempio che qualcuno paga le vacanze al presidente Formigoni. Questo è falso e diffamatorio come il governatore ha più volte dichiarato". Al momento però, ciò che al Celeste provoca più crucci (e imbarazzi) è il fatto che le varie campagne stampa abbiano tirato nella disputa Comunione e Liberazione, movimento ecclesiale di cui Formigoni è storico esponente nonché leader politico di riferimento.

Tra confusioni e dietrologie è piombato pure un titolone del Fatto: «CL, cerchio magico intorno a Papa Ratzinger». E negli ultimi giorni proprio sulla carta stampata scorrevano fiumi d'inchiostro circa il ruolo pubblico di Cl. Prima la lettera di don Carròn, presidente della Fraternità, a Repubblica, poi l'articolo di Gad Lerner apparso sullo stesso quotidiano, infine un severo editoriale di Galli della Loggia dalle colonne del Corriere. Nel mezzo la battaglia appassionata del settimanale Tempi, guidata da Luigi Amicone.

Domenica è arrivato il turno di Formigoni, che in un'intervista a pagina 13 del Corriere concede diverse aperture rispetto alla rigida linea difensiva adottata fino al giorno prima. «Il fare politica è insito nel fatto cristiano, perché il cristianesimo è un avvenimento che coinvolge la totalità della persona», l'incipit del Celeste che poi si sbottona: «Ho sbagliato tante volte ma non mi pento di essermi misurato con questa sfida». E sulla percezione sociale di Cl, «facciamo autocritica, lo ha fatto anche Carròn, le sue parole mi costringevano a purificarmi e ripartire». «Non rifarei le vacanze del 2008 e del 2009 ai Caraibi», anche se il mea culpa più netto tocca il terreno politico: «Sento l'esigenza di avviare una revisione radicale delle politiche regionali che abbiamo messo in piedi».

Troppo tardi? Forse no, visto che la strada della legislatura porta dritti fino al 2015, salvo ulteriori imprevisti mediatico-giudiziari nei mesi a venire.  Un dato però, sembra palese: queste settimane di passione hanno duramente bastonato l'immagine di Formigoni che, nella top ten dei governatori col maggior gradimento stilata da Datamonitor, perde terreno e scivola al decimo posto, con il calo di consensi più consistente dell'indagine (-2,5%).


di Marco Fattorini