Il Pdl ha perso, il Pd crede di aver vinto

martedì 8 maggio 2012


I segnali inequivocabili dei risultati di queste amministrative sono principalmente tre. In primo luogo la totale assenza del Pdl, orfano di Berlusconi e completamente allo sbando; il galleggiare del Pd, che non ha saputo sfruttare la crisi del centro destra, rimanendo ancorato al suo consenso medio, senza dare il minimo segnale di ripresa. Il terzo segnale, forse il più importante nell'analisi ex post delle consultazioni, è la scomparsa (in verità mai apparso) del terzo Polo, a vantaggio del risultato che riesce ad ottenere l'Udc in solitaria e l'accreditarsi sull'agone politico, con percentuali a dir poco inaspettate, del Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo e dell'ascesa relativa dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.

Segnali inequivocabili di una vittoria dell'antipolitica e del qualunquismo distruttivo della critica fine a se stessa. Priva però di progettualità per il futuro. Non si può, d'altro canto, non fare i conti con il fallimento della politica nostrana che, con la uscita (temporanea?) del Cavaliere dalla scena, ha potuto fare null'altro se non tirare a campare attaccando se stessa, per poi difendersi da se stessa. Un cerchio kafkiano che ha disorientato i cittadini e depotenziato il potere fondamentale del Parlamento, ovverosia quello Legislativo. La Verona di Tosi (eletto al primo turno) segna la resa dei conti nella Lega, tanto che Maroni ha già sentenziato che «La Lega ricomincia da Tosi». Nella stessa Verona, il Pdl è appaiato al Movimento Cinque Stelle (un 9,5% circa) e il centro sinistra ha mantenuto all'incirca il suo consueto consenso. 

Ma, al di là dei risultati, già si respira aria di lunghi coltelli in tutti i partiti. A iniziare proprio dal Pdl, dove Ignazio La Russa sbotta con toni non proprio ecumenici contro il suo stesso partito: «Abbiamo sbagliato i candidati non ho difficoltà ad ammetterlo. C'è la mania di cercarli con la faccia carina senza sapere da quale esperienza amministrativa vengano mentre la gente vuol persone affidabili e per i palermitani è più affidabile Orlando», ha dichiarato parlando di Palermo, dove il Pdl è arrivato terzo dopo Idv e Pd. Prende le distanze, con toni da vecchio politico, Silvio Berlusconi: «Non so nulla. I dati sono ancora troppo scarsi». Giustamente trionfalistici i toni delle dichiarazioni di Beppe Grillo sul suo twitter:  «Probabile ballottaggio a Parma e Genova». Per Famiglia Cristiana, però, «le prime proiezioni queste elezioni verranno ricordate come il trionfo dell'antipolitica».

E poi il leader, vincente insieme a Grillo, Nichi Vendola, che ha commentato: «Mentre si sfalda il centrodestra, il centrosinistra non viene percepito come alternativa classica all'egemonia culturale degli ultimi anni. Per questo la foto di Vasto non basta, bisogna aprirsi alla società civile». E come nella migliore tradizione italiana, nella quale vincono sempre tutti, a prescindere dai voti reali, ieri il Pd, a seggi ancora aperti, ha usato toni da presa della Bastiglia. «È una vera e propria rivoluzione politico-amministrativa. Il Pd ne esce notevolmente rafforzato», ha dichiarato Davide Zoggia, responsabile Enti Locali del Pd. Ecco i dati del Pd. Per il  segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, «in questa tornata elettorale paga chi sostiene il governo Monti. Dobbiamo però continuare a sostenere il governo e non dimenticare la situazione di soli cinque mesi fa».


di Francesco Di Majo