giovedì 3 maggio 2012
Con la recessione che avanza, aumentano gli italiani che non possono più permettersi di pagare una parcella a un avvocato. Nel 2011, sono state avviate 2.360 pratiche, oltre 100 in più rispetto l'anno precedente. Almeno la metà delle cause verte su permessi di soggiorno e decreti di espulsione, ma crescono anche le pratiche importanti per indebitamenti e le sanzioni contro la povertà: 33 persone nel corso del 2011 si sono rivolte all'associazione, perché erano state multate per aver chiesto l'elemosina, vagabondaggio o per aver mangiato e dormito per strada: è la piena fotografia della crisi che sta attanagliando il Paese e che non sta facendo sconti a nessuna categoria.
Secondo il presidente e fondatore dell'associazione Antonio Mumolo l'aumento delle persone che si rivolgono all'Avvocato di strada è dovuto a fattori diversi, fra cui «la crisi economica che ha indebolito ulteriormente le categorie già fragili e ne ha create di nuove». Il trend di crisi è dimostrato anche dalla crescita, secondo i dati forniti lo scorso fine settimana dall'associazione, del numero delle pratiche che riguardano donne finite in strada e che sono state 779, pari al 33% del totale. «I 351 casi relativi all'asilo politico e alla protezione sussidiaria - ha commentato i numeri Mumolo - sono indicativi dello stato d'abbandono in cui versano le persone che arrivano in Italia in fuga da paesi in guerra». Sono da segnalare inoltre, «le pratiche relative ai fogli di via (68)». Dai dati globali emerge una prevalenza delle persone di origine extra-comunitaria (1392 pratiche, il 59% del totale), ma sono ancora in crescita gli italiani, che sono stati 732, pari al 31% del totale: erano stati 395 nel 2008. Aumentano, inoltre, anche i casi di ricorso agli avvocati d'ufficio o ai cosiddetti avvocati di turno (quelli disponibili la notte nel caso in cui vi fossero gravi reati penali e che vengono allertati dalle questure per i primi interrogatori). La speranza di coloro che vivono in estrema povertà nel vedere tutelati i propri diritti e la propria dignità risiede anche nelle inaugurazioni di nuove sedi dell'associazione a Salerno, Vicenza, Piacenza, Venezia, Palermo, Catania e Siracusa. Sono così diventate 26 le sedi dell'Associazione nazionale. Secondo Mumolo, esse costituiscono al contempo la testimonianza e concretizzazione del «contributo dato da tanti volontari e cittadini comuni per la costruzione di una società più giusta, in cui tutte le persone siano davvero uguali davanti alla legge e tutti i diritti vengano ugualmente tutelati».
di Luca Sansonetti