Vendola per Alfano: Bersani vuole il VBC

giovedì 3 maggio 2012


Grandi manovre nel centrosinistra. E soprattutto grandi avvicinamenti in vista del rush finale della campagna elettorale per il 2013. Pierluigi Bersani di certo non potrà fare affidamento sull'A-B-C. Alfano, senza alcun tema di smentita e fuori da ogni ragionevole dubbio, sarà un competitor nel mercato elettorale delle prossime politiche. Allora come sostituire la A? Semplice, andando a pescare una lettera molto più lontana nell'alfabeto. Prendiamo il caso in cui si volesse scegliere una bella V. Prima che evocativa del film «V per Vendetta», la V è la lettera di Vendola, il sinistro leader di Sel.

Se bersani dovesse riuscire a trovare la quadra con Nichy e contestualmente cercare il punto di equilibrio fra Vendola e Casini, il gioco sarebbe fatto. Per due motivi molto semplici. Prima di tutto il centrosinistra sarebbe, dopo molti anni e almeno in apparenza, un corpo unico da proporre agli elettori (sempre al mercato dei voti del 2013); in secondo luogo, i popolari del Pd non avrebbero nulla da recriminare o su cui alzare la voce, vista l'alleanza con il più centrista dei centristi. ma qual è l'anello di congiunzione fra Vendola e Casini? Semplice: l'acquedotto pugliese. Gli interessi del suocero di Perferdinando, Francesco Gaetano Caltagirone, nella gestione del servizio idrico pugliese, è cosa risaputa da molti anni. Un accordo, seppur non troppo vantaggioso e non troppo spudoratamente dalla parte del 2padrone", potrebbe servire sia a Nichy sia a Caltagirone. Il primo potrebbe demandare ad un soggetto terzo la gestione di uno dei colabrodi più bucati d'Italia, mentre il secondo avrebbe, con buona pace dei contribuenti pugliesi, un po' d'ossigeno (sotto forma di liquidità bancaria) per tutte le sue innumerrevoli attività sparse su tutto il territorio nazionale.

Già ci aveva pensato Massimo D'Alema, quando candidò alle primarie, contro l'armata della fabbrica di Nichy, l'esponente dalemiano e attualmente parlamentare del Pd, Francesco Boccia, economista e marito della deputata Pdl Nunzia di Girolamo.

L'unione fra Pd e Sel, potrebbe essere la chiave di volta adatta per annientare nell'urna il germe ormai dilagante del grillismo militante frutto, per molti politici di mestiere, di un'antipolitica degna di esprimersi in ogni modo, ma che mina le fondamenta delle regole del gioco democratico.

In seconda battuta, un'alleanza di questo tipo, metterebbe spalle al muro anche Anotonio Di Pietro, che si troverebbe a fare, se non aderisse alla nuova alleanza elettorale, la brutta copia (meno comica) di Beppe Grillo e dei suoi proclami "eretici". Con la differenza che Grillo non finirà bruciato a Campo de' Fiori come Giordano bruno, mentre Di Pietro vedrebbe ridotto in cenere il suo partito e, di conseguenza, la sua parabola politico-amministrativa. Non ci resta che osservare cosa si muoverà in queste settimane, con la coscienza del fatto che in estate la politica italiana fa e disfa ogni tipo di alleanza e di progetto politico.


di Francesco Di Majo