Nella morsa di stato e metropoli

giovedì 3 maggio 2012


Dall'abuso edilizio, anche piccolo, alla sosta vietata, dalla marmitta del motorino priva di numero d'omologazione europeo allo specchietto non regolamentare, dal trasloco fai da te all'uso della bici fuori dalla pista ciclabile, dal trasporto in proprio di rifiuti eccedenti alla detenzione in casa d'animali privi di documenti. Lo spazio per vessare il cittadino è enorme.

Soprattutto i grandi comuni hanno varato la politica dell'intransigenza per motivi di cassa. Con le sanzioni amministrative, piccole o grandi che siano, verranno coperti i costi delle polizie locali.La politica comunale del "più controlli, più multe, più guadagni" è ormai portata avanti da tutti i comuni con più di 100mila abitanti. Di contro, i comuni sotto le 50mila anime osservano la regola di venire incontro ai cittadini, di tentare d'abbassare le tasse, d'attutire l'Imu, soprattutto d'evitare che Equitalia possa assolvere al ruolo d'esattore municipale.

L'amministrazione romana sarebbe ormai la capofila italiana (seguita da Milano, Genova, Bari, Torino e Venezia) del "forte stimolo alla produttività della polizia municipale". Già nelle gestioni Rutelli e Veltroni le multe non ancora pagate venivano inserite tra gli "attivi di bilancio", ma c'era l'alea del mancato pagamento. Oggi la giunta comunale Alemanno e quella regionale Polverini hanno varato EquitaliaLazio: si tratta del braccio operativo locale d'Equitalia, a cui le amministrazioni invieranno le somme da recuperare già dal primo giorno di scadenza (60 per le multe e 30 per il mancato pagamento di Cosap, Tari, Tarsu, Imu e Imu bis).

Quindi al salasso tecnicamente organizzato s'accompagnerà la certezza del pagamento. Perché un lesto intervento di Equitalia garantisce celere iscrizione a ruolo dell'importo dovuto e, soprattutto, permette alle amministrazioni d'avviare veloci procedure giudiziarie di pignoramento, sequestro e confisca di beni mobili (auto e moto) ed immobili (case, garage, terreni, capannoni). In pratica, mentre i piccoli comuni prendono le distanze da Equitalia e cercano un dialogo con l'utenza, invece le grandi città optano per il cosiddetto "piano esecutivo di gestione". Quest'ultimo aumenta tra il 15 ed il 35 per cento i controlli di vigili e, per delazione, di Guardia di Finanza e Tributaria: il Comune di Roma introiterà da quest'anno una quota delle contravvenzioni fatte dalle Fiamme Gialle sul territorio metropolitano. La quota s'incrementerà se la Finanza è intervenuta su delazione d'un cittadino residente su Roma, o per segnalazione della municipale di Roma Capitale.

La politica della giunta Alemmanno ripropone solo in parte l'antico premio al vigile che comminerà più sanzioni: infatti la busta paga delle polizie municipali sarà negli anni sempre più determinata dall'incasso di contravvenzioni. Si prevede che, entro il 2020, le sole multe concorreranno all'80% delle spese di bilancio per le polizie locali delle grandi città italiane. Con l'incedere dell'estate non si faranno sconti nemmeno a pedoni e ciclisti. Riprenderanno a tappeto nel territorio romano i controlli della polizia municipale sull'eventuale trasporto di vini e liquori da parte di pedoni dopo le 21. E, dopo la ventata di polemiche tra commercianti e vigili, c'è chi giura che i "pizzardoni" non avranno alcuna pietà per chi beccato con la bottiglia sotto il braccio: multe immediate e processi per direttissima. Non dimentichiamo che la pena contempla la detenzione o, dopo l'arresto, un "accessorio obbligo firma" in questura. Da ben 27 anni non erano più contemplati per la Municipale di Roma i premi legati alla produzione di multe. Ma, viste le enormi esigenze di cassa, la Capitale non può più lasciar correre.

«Il meccanismo degli incentivi è interessante se cautelato da eventuali comportamenti arbitrari dei vigili - spiega Marco Ponti (docente di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano) -. Il problema però sono proprio le sanzioni, troppo basse in Italia rispetto ad altri paesi dell'Ue». Così i grandi comuni italiani intendono finanziare, entro il 2020, il 50% di trasporto pubblico locale e  polizia municipale, e grazie a sedi locali d'Equitalia e multe dei vigili. Questi ultimi potrebbero anche autosostentarsi, garantendo con le multe ben oltre l'80% dei propri costi. Dopo che Luca De Carlo (sindaco di Calalzo di Cadore) s'è dimostrato capofila della protesta "anti-Equitalia", dimostrando la bontà della riscossione diretta, soprattutto che si può sconfiggere l'imposizione romana di Equitalia, circa un migliaio di sindaci del Nord e Centro Italia hanno iniziato a licenziare Equitalia. Poi si è costituito un nucleo d'amministrazioni locali disposte a non far pagare l'Imu sulla prima casa ai residenti con redditi medio-bassi.

L'Italia ormai è spaccata in due, da una parte governo e grandi città, dall'altra la gente semplice di paese e di campagna. Non s'è nemmeno fatta attendere la risposta del sindaco di Cortina, Andrea Franceschi, che, dileggiato su giornali e tv come amministratore del "Paese dei Balocchi", a seguito del blitz della Guardia di finanza di fine dicembre, ha deciso di non rinnovare il contratto con Equitalia. «Lo abbiamo fatto perché Equitalia è  troppo fredda nel rapporto con i cittadini e spesso ci sono penali pesanti per semplici sviste - spiega Franceschi - . Noi vorremmo un fisco un po' più umano, che vada incontro alle famiglie senza però rinunciare alla riscossione. Imu? E' una tassa della quale noi sindaci facciamo da esattori per poi girare tutto allo stato. Non è una tassa umana».

Nel Veneto, sulla scia di quanto stanno facendo altre pubbliche amministrazioni, è il presidente del Consiglio regionale (Clodovaldo Ruffato) che licenzia Equitalia, organizzando in proprio la riscossione di entrate tributarie e patrimoniali di Regione ed enti locali. Il solo Veneto sottrae oltre il 15% delle entrate nazionali di Equitalia: «Una vera e propria secessione fiscale» commentano dagli uffici romani del Tesoro. Ruffato ha reso noto che, per accelerare l'operazione, predisporrà una mozione, da sottoporre la prossima settimana all'attenzione dei capigruppo, così da consentirne discussione e approvazione in aula alla prima riunione del Consiglio. Senza Equitalia in tutti i piccoli comuni del Nord e poi nell'intero Veneto, piomberà l'incertezza d'incasso su quasi il 20% dell'Imu.


di Ruggiero Capone