martedì 1 maggio 2012
E alla fine la Lega sfilò al Pdl anche la battaglia contro le
tasse. Mettendo nell'angolo il partito che più di ogni altro aveva
costruito la propria identità e il proprio consenso sulla parola
d'ordine contro il fisco. Sarà questo probabilmente il prezzo più
alto che il partito di Angelino Alfano dovrà pagare per rimanere
fedele alla scelta di appoggiare il governo Monti. Un prezzo che
rischia di avere effetti disastrosi nelle urne. Anche quelle che a
breve si apriranno per il voto amministrativo. Tutti i sondaggi in
mano ai leader del Pdl infatti parlano chiaro.
Come raccontava il sondaggio Spincon per L'Opinione della scorsa
settimana, infatti, gli elettori del centrodestra sono tra i più
critici nei confronti dell'operato del governo tecnico. Il
presidente del consiglio Mario Monti continua a godere della
fiducia della maggioranza degli elettori di centrosinistra (65,2%)
e del Terzo Polo (61,1%), ma riesce a convincere soltanto il 22%
dell'elettorato di centrodestra. Per quanto riguarda il governo, il
dato del centrodestra scende addirittura al 17,2% (appena il 2,8%
esprime un giudizio "molto positivo"). Figuriamoci ora che si
avvicina il momento di pagare l'Imu. In questo clima la prima vera
scelta strategica del neo leader (in pectore) della Lega, Roberto
Maroni, appare più che mai popolare e produttiva in termini di
consenso. Ieri il Carroccio ha dato uno forte accelerazione alla
campagna anti-tasse.
Prima le dichiarazioni di Maroni: «Entro il mese di maggio
chiederemo ai nostri sindaci di prendere iniziative in giunta
comunale contro l'introduzione dell'Imu». Poi la ratifica da parte
del consiglio federale e la promessa che la Lega metterà in campo
tutta la propria potenza sul territorio «facendo prendere
iniziative ai sindaci e ai Comuni che sono la cellula fondamentale
dell'istituzione e della democrazia». «Da lì riparte la nuova
battaglia della Lega», ha spiegato Maroni, «dai nostri sindaci e
spero anche che i sindaci degli altri partiti possano aderire a
questa sacrosanta battaglia». Le indicazioni sono chiare. Da una
parte la Lega invita tutti i comuni a liquidare Equitalia e
assumere in proprio la riscossione dei tributi. Cosa che la legge
consente di fare. Dall'altra il Carroccio si impegna a promuovere
insieme la disobbedienza civile e l'opposizione fiscale da parte
dei cittadini, «con l'aiuto dei sindaci per non metterli nei
pasticci: saranno gli amministratori a dare copertura a chi
aderirà».
Una scelta che fa sembrare decisamente opaca e minimalista
l'iniziativa del Pdl che si batte per trasformare l'Imu in una
tantum e che ha già pronto un ddl che consenta, agli imprenditori
che attendono pagamenti dalla stato, di non pagare le tasse fino
all'ammontare del loro credito con la pubblica amministrazione. E
pensare che tutte le battaglie che la Lega ha sposato in questi
giorni non sono del tutto farina del suo sacco. Si tratta più che
altro delle iniziative promosse dal movimento dei Teaparty. Che da
mesi girano le città italiane promuovendo la battaglia contro l'Imu
sulla prima casa e quella per la "de-Equitalizzazione" dei comuni.
Conquistando consensi sul territorio. Malgrado il silenzio dei
media e l'incuranza del Pdl.
di Cristina Missiroli