Governo bocciato, Severino promossa

mercoledì 25 aprile 2012


Nel suo articolo sull'ultimo numero del settimanale Panorama, Oscar Giannino ha criticato aspramente il governo. Dopo la cura salva-Italia occorre una cura salva-Monti, ha affermato il giornalista. Un nuovo slancio e una nuova iniezione di fiducia che permetta al premier di riprendersi dai compromessi al ribasso su liberalizzazioni e mercato del lavoro. Una lunga disamina dei demeriti e delle incertezze dei singoli ministri. Tutti (o quasi) bocciati. Tranne uno «È la giustizia il nodo da sempre arroventato. Paola Severino è una delle migliori teste del governo» ha scritto Giannino». Osservando che il Guardasigilli «su intercettazioni e responsabilità civile dei magistrati, corruzione e concussione è riuscita a evitare oculatamente lo show down tra giustizialisti e Pdl».

La professoressa dell'università di Confindustria, la Luiss, è riuscita a tenere lontani da sé i riflettori delle sempre più pressanti critiche ai tecno-professori. Così come sono sporadici gli episodi nei quali le si è fatta pesare la propria dichiarazione dei redditi, la più cospicua dell'intero esecutivo. E scusate se è poco. Soprattutto in un momento nel quale quello dell'antipolitica sta diventando un mantra salvifico più che un'opzione in campo nell'offerta elettorale. Severino ha avuto il merito di gestire con garbo un tema spinoso. Sul quale soprattutto il Pdl si gioca buona parte del proprio capitale politico al tavolo delle trattative. Forse non meglio di molti suoi colleghi. Non più di qualche settimana fa dagli azzurri le è stato fatto pesare un incontro non programmato alla presenza dei soli Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini. La titolare di via Arenula ha incassato e precisato la casualità del meeting attraverso canali informali. Sta qui la specificità della professoressa Severino. Un grande lavorio dietro le quinte, la consapevolezza di camminare su una sottile lastra di vetro e la certezza della meta. Pochi contatti con i giornalisti, poca disponibilità a lasciarsi condizionare dalle pressioni esterne all'esecutivo. Ma, soprattutto, Severino non promette rivoluzioni, non illude il paese che dai suoi provvedimenti possa passare il rilancio dell'Italia. Obiettivi concreti e graduali, su cui poter puntare con un discreto margine di sicurezza per poi, una volta incamerati, passare a quello successivo. Un solco sul quale ha gestito anche l'intervista di ieri a Repubblica. L'unico scivolone nel Fornero-style? Il «risparmio da brava madre di famiglia» che prevede per i tribunali.


di Pietro Salvatori