La rabbia popolare contro le auto blu

sabato 21 aprile 2012


Il monitoraggio "Formez 2" acclara che 2662 auto di Stato ministeriali viaggerebbero quotidianamente nel centro di Roma. Il numero si quadruplica se sommiamo le auto blu di Regione, Provincia di Roma, Comune, Enti pubblici, banche, società partecipate... Secondo gli addetti ai lavori 20mila auto pubbliche girano per le sole strade di Roma. Il governo Monti ha fatto finta di sottrarre l'agio dato a pioggia all'alta dirigenza: nemmeno un'auto di stato è stata tolta dal servizio. A darci ragione provvede un sondaggio nel settore delle perizie assicurative, che avvalorerebbe come nel centro storico di Roma i cid siano ormai per il 50% tra auto blu: calato il traffico privato, per caro benzina e divieti vari, nel centro della Capitale si muovono solo le auto di Stato.

Una situazione sotto gli occhi di tutti. Basta percorrere via del Tritone, o Del Corso, o passeggiare per i Fori: nell'80% dei casi ci si imbatte in Audi, Bmw e Subaru di colore scuro o metallizzato con la paletta ministero dell'Interno in bella vista a cavallo dei parasole. Naturalmente la situazione è diventata esplosiva negli ultimi due mesi. Agenti di scorta ed autisti di auto blu denunciano che si sarebbero quadruplicati gli «episodi d'intolleranza verso le auto di stato». Parolacce, gestacci, frasi gravi e offensive verrebbero rivolte da passanti e ciclisti. «Il reato c'è tutto - dicono gli agenti - ingiurie, oltraggio a pubblico ufficiale e vilipendio dell'istituzione rappresentata dal trasportato. E poi c'è la resistenza a pubblico ufficiale e l'omissione di presentazione delle generalità: infatti, invitati a fermarsi ed a presentare i documenti, il più delle volte se la danno a gambe. Quando ci è possibile avvertiamo i colleghi di servizio alle volanti, per cercare di fermarli, per identificarli». «Ma ci scappano quasi sempre - denuncia un il poliziotto -. Abbiamo la grande responsabilità dell'identificazione, e perché chi aggredisce verbalmente oggi potrebbe passare domani ad altri strumenti d'offesa».

Le scorte chiedono che lo stato non venga sfottuto, e dal Viminale pare abbiano promesso la linea dura per chi offende le auto blu.Vorremmo suggerire agli agenti di scorta, che percepiscono stipendio doppio rispetto a chi svolge gli altri servizi, di pensare si tratti dello sfogo di disoccupati, sottoccupati, esodati... E se ai venturi arresti di chi offende le auto blu sommiamo quelli quotidianamente ingabbiati per atti d'intemperanza davanti ad Equitalia, Agenzia delle Entrate e uffici vari... Beh, delle due l'una, o sono aumentati i matti o il disagio sociale è ormai arrivato a mordere il Palazzo.


di Ruggiero Capone