Casini spaventa i colonnelli del Pdl

venerdì 20 aprile 2012


L'annuncio di Pierferdinando Casini di voler accelerare i tempi della costruzione  un nuovo soggetto politico ha messo in fibrillazione la maggioranza che sostiene Mario Monti. In attesa di capire con quale legge elettorale si andrà al voto, il leader del Terzo Polo ha rotto gli indugi. Con l'azzeramento dei vertici del partito, da domani inizierà un graduale smantellamento dell'Udc. L'obiettivo? La costituzione di un grande soggetto che includa «politici e tecnici, oltre a sindacalisti intelligenti e imprenditori illuminati». Si chiamerà Partito della nazione, e nascerà a partire dalle formazioni che oggi compongono la coalizione centrista. Se si tratterà di una fusione, come spera Casini, o di una federazione di partiti, come invece ha indicato il finiano Italo Bocchino, ancora non è chiaro. Incertezza anche sul nome: nella giornata di ieri, pur condividendo il progetto e la meta, Francesco Rutelli ha commentato seccamente: «Non si chiamerà partito della nazione».

Quel che è certo è che il richiamo al coinvolgimento di «tecnici» ha messo in subbuglio ampi settori della maggioranza. Se l'identikit del «sindacalista intelligente» è facilmente sovrapponibile a Raffaele Bonanni, e quello dell'«imprenditore illuminato» a Luca Cordero di Montezemolo, alcuni degli esponenti dell'attuale esecutivo sono contesi anche dagli altri due azionisti del governo. A partire da Corrado Passera, sul coinvolgimento del quale Casini ha glissato con un sornione «Chi lo sa». Ma chi nel Pdl e nel Pd coltiva ancora il progetto di alleanza con il Terzo Polo, non si è dimenticato che nell'autunno scorso anche Lorenzo Ornaghi e Andrea Riccardi avevano risposto all'appello di Todi dell'ex presidente della Camera. E proprio a Todi, a quanto detto da Rocco Buttiglione, si dovrebbe celebrare prima dell'estate la nascita del Partito della Nazione. La mossa di Casini, osservano i bene informati, ha lo scopo di ampliare l'appeal elettorale di un centro che oggi vola troppo basso nei sondaggi. Se passasse una legge proporzionale - con eventuali alleanze solo dopo il voto - il Pdn deterrebbe la golden share sulla formazione del futuro governo. Ma se dovesse fallire la trattativa sulle riforme, un Terzo Polo che riuscisse ad attrarre alcuni membri di peso dell'esecutivo potrebbe risultare determinante al Senato anche con il Porcellum. Inoltre il progetto di Casini potrebbe attrarre anche le ali moderate degli altri azionisti di maggioranza del governo. E se in casa Pd si guarda con sospetto alla corrente di Giuseppe Fioroni, a via dell'Umiltà è risuonato l'allarme rosso. Ventisette senatori del gruppo guidato da Maurizio Gasparri hanno presentato ieri un documento intitolato significativamente "Oltre il Pdl". Guidati da Beppe Pisanu e Lamberto Dini, che da mesi si sono collocati sulla linea di demarcazione che separa il partito di Berlusconi dall'Udc, i firmatari invitano i colleghi a «rinnovare e riaggregare i partiti». Puntando il dito contro «il vecchio e distrutto bipolarismo». Sono in pochi a credere che la coincidenza con l'annuncio di Casini sia solo un caso.


di Pietro Salvatori