Montepaschi: c'è Siena in palio

venerdì 20 aprile 2012


Il Comune di Siena rischia di non approvare il bilancio 2011 entro i termini di legge (30 aprile) perché ancora non ha incassato una parte (poco meno di 7 milioni) dei finanziamenti della Fondazione Monte dei Paschi. Il sindaco Franco Ceccuzzi ha scritto al numero uno dell'Ente senese, Gabriello Mancini, per sottolineare l'urgenza di ricevere quanto stabilito con le erogazioni relative all'anno passato. Mancini ha risposto spiegando di non essere in grado di mettere mano al portafoglio, in assenza di un accordo con le banche creditrici su come suddividere i 650 milioni destinati alla riduzione del debito e sulla cifra (100 milioni) da lasciare nella disponibilità della Fondazione.

L'intesa potrebbe arrivare prima della fine del mese, ma intanto è probabile che slitti il consiglio comunale fissato per il 24, con all'ordine del giorno l'approvazione del bilancio 2011 (in perdita di 2,2 milioni anche con i soldi della Fondazione). A Siena succedono cose bizzarre: come il fatto che il mancato pagamento di un soggetto privato metta a repentaglio i conti di un'Amministrazione pubblica (di solito accade il contrario); o che un'erogazione già deliberata non possa utilizzare la relativa copertura finanziaria. Viene da domandarsi: se un'istituzione pubblica e un'autorità monocratica come il sindaco devono andare col cappello in mano dai banchieri, per chi votano i cittadini? Sindaco o banchieri? Si assiste ad una svolta contraria: dal pubblico al privato, non dal privato al pubblico. Nel senso che la causa 24 suicidi di uomini d'azienda e di mercato, è sempre più individuabile in uno lo stato (con la "s" minuscola) è ladro e criminogeno. Come scriveva il miglior Tremonti prima della sbornia "tassa e ammazza", il sistema politico, prima con Berlusconi e poi con Monti, ha messo alle strette l'intero mondo produttivo.

A fronte di questa realtà, quanto tempo ancora sarà tollerabile la retorica sulla necessità di ricambio della classe politica (individuabile nei camerieri dei banchieri? O nei maggiordomi di casa Monti?), attraverso un voto che sarebbe addirittura un sacro "dovere" per i cittadini? Si assiste ad un pericoloso cortocircuito banche-crisi: se i maggiorenti politici che hanno in casa il Mps e la sua potente Fondazione sono così, e le banche sono gonfie di soldi della Bce e non li erogano a chi produce, ma li affidano esclusivamente al modo della finanza, la stortura è grave. Questo ammasso di distorsioni e anomalie sistemiche e strutturali può ancora essere chiamata democrazia?


di John Malachi