mercoledì 18 aprile 2012
I troppi suicidi di questi ultimi giorni hanno avuto solo ritagli di spazio nella società della comunicazione. Un ulteriore peloso tributo alla mistica della lotta all'evasione fiscale. Queste morti non sono dovute a labilità psicologiche, sono vittime del disorientamento generato dalla crisi economica ma anche e soprattutto dell'intimidazione generata dal mostro ancipite: Equitalia.
La prima mostruosità è che Equitalia è una spa, cioè una società di diritto privato. E poco rileva che i soci siano solo INPS (49%) e Agenzia Entrate (51%). L'aver attribuito una funzione tipicamente pubblica, come la riscossione delle imposte, ad una società privata, ha prodotto non poche anomalie, a cominciare dal compenso, smisurato, per i suoi amministratori, per finire all'aggio altrettanto smisurato attribuito alla spa.
La seconda, e più grave, mostruosità è l'aver attribuito al mostro poteri mostruosi, tutti a danno del cittadino inerme.Trascorsi 60 giorni dall'invio della contestazione equitalia infatti può iscrivere ipoteca, comunicare la propria pretesa alla centrale rischi bancaria, pignorare conti correnti, mettere le ganasce alle autovetture. E tutto ciò prima e senza che vi sia stato alcuna attività giudiziaria che attesti la correttezza della pretesa. I gabellieri dei signori medioevali erano più "british".
Ecco perché in attesa di ripensare complessivamente la normativa e soprattutto l'organizzazione della riscossione dell'imposte, il primo passo da fare per onorare quei 24 cittadini che dall'inizio dell'anno si sono suicidati, martiri di equitalia a tutti gli effetti, è ridurre, da subito, il compenso fisso, l'aggio che alimenta il mostro. Si badi bene che il compenso percentuale è previsto che si applichi sul riscosso e quindi non solo sulle imposte recuperate, ma anche sulle sanzioni che ne conseguono che sono, come ben si sa, elevatissime.
Si parla tanto, spesso a sproposito, di mercato. Ecco, il 9%, per un'attività che si svolge in regime di monopolio è veramente una provvigione fuori mercato. Riduciamola subito del 50%, poi parliamo del resto.
di Alessandro Lozzi