Monti nella morsa della politica

sabato 14 aprile 2012


L'ennesimo venerdì nero. Piazza affari ieri ha perso un altro 3,43% e la tensione sulla Spagna è altissima: cds ai massimi (500 punti) e spread a 435, con rendimenti al 6%. Lo spread Italia-Germania è tornato in scia e segue a 390 punti. L'economia mondiale volge al peggio, come indica il Pil cinese, che nel I trimestre 2012 è cresciuto "solo" dell'8,1% rispetto allo stesso periodo del 2011. Magari crescessimo noi a quel ritmo, ma per la Cina è un vistoso rallentamento, ed è dovuto soprattutto al calo della domanda internazionale.

Tutto questo ovviamente aggrava la peculiare situazione italiana di decennale non-crescita. La nostra produzione industriale continua la sua caduta verticale (si è contratta di oltre 1/5 dall'aprile 2008). Il dato Istat di febbraio è un -0,7% rispetto a gennaio, il peggior dato dal novembre 2009, quando la produzione segnò un calo del 9,3%. Tutto questo potrebbe significare che stiamo entrando in una recessione molto simile a quella del 2008-2009, con la differenza che questa volta viene dall'Eurozona.

In questo scenario, non c'è modo in cui l'Italia possa immaginare di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, e onorare gli impegni di rientro dal debito previsti dal fiscal compact, senza tagliare in profondità la spesa pubblica e abbattere in modo diretto lo stock del debito pubblico. Se vuole davvero «mettere in sicurezza il Paese», il governo dei tecnici dovrà abbandonare l'idea di preservare la «way of life» italiana della spesa pubblica, celebrata dal sottosegretario Giarda. Ebbene, i suggerimenti fioccano: da Oscar Giannino, Alberto Bisin e Alessandro De Nicola. Incalzato dalla recessione e dal "contagio spagnolo", il premier è anche sempre più nella morsa dei partiti. Per martedì prossimo è fissato un nuovo vertice con ABC sulla crescita, dove con ogni probabilità sarà costretto a riaprire il testo della riforma del lavoro, almeno al capitolo flessibilità in entrata. La pressione da parte del Pdl infatti aumenta. Il governo «non può intestardirsi, per motivi di prestigio, nel difendere una riforma sbagliata», dice Cazzola.

Ci vogliono cambiamenti «sostanziali» rispetto ai quali «non arretreremo», avverte Gasparri. «Non si tratta di stravolgere» la riforma, ma di apportare modifiche «a fin di bene», rassicura Alfano. Bersani non è certo rimasto a guardare: il governo può «stare tranquillo», ma anche il Pd ha «correzioni da proporre». Pdl attivissimo anche sul fronte fiscale: proporrà il pagamento dell'Imu in tre rate - soluzione definita «devastante» dall'Anci - e di abolirlo nel 2013. 


di Federico Punzi