Rimborso sì, ma con fattura

sabato 14 aprile 2012


Mi rendo conto che la premessa non è delle più "popolari"; ciononostante sono tra quelli che ritengono essenziale il ruolo dei partiti nella nostra democrazia parlamentare. E per questo ritengo opportuno che gli stessi partiti possano godere dei rimborsi elettorali.

Ciò premesso, però, anche il sottoscritto - convinto avversario del "di tutta l'erba un fascio" di partiti e politici che, nel giudizio prevalente, sarebbero tutti ladri a prescindere - è tra quelli che ammette una profonda revisione del meccanismo di versamenti pubblici ai partiti politici. Leggere che agli stessi, dal 1994 ad oggi, sono stati versati (lo dice la Corte dei Conti) due miliardi e duecentocinquantatre milioni di euro (in cifre 2.253.000.000 €) dei quali "solo" 579 milioni hanno realmente coperto le spese sostenute per le campagne elettorali, fa sensazione e, se permette, anche un po' senso. I cittadini, i lavoratori, i dipendenti, insomma le persone "normali", ricevono dal loro datore di lavoro il rimborso delle spese sostenute dietro presentazione delle ricevute e degli scontrini delle somme realmente spese. Perché non far valere lo stesso criterio anche per i partiti? I quali possono, del resto, anche contare sugli introiti delle campagne-tesseramento, dei vari festival e feste organizzati sul territorio grazie a militanti che, fondamentalmente, prestano per quei giorni la loro opera senza guadagnare un centesimo. Ci sono poi le donazioni dei singoli e si potrebbe anche ipotizzare un sistema di versamento del 4 per mille direttamente tramite la dichiarazione dei redditi.

Scelte chiare e tangibili, risparmio e sacrifici proprio a partire da chi quei sacrifici li chiede ai cittadini. In un periodo come quello attuale nel quale il governo in carica sembra preferire le tasse più che i tagli di spesa, è oramai indispensabile che proprio i partiti facciano il primo passo, per dare il buon esempio e riacquistare la perduta credibilità nei cittadini-potenziali elettori. Per dirla con Michele Ainis (Corriere della Sera di giovedì scorso), occorre l'adozione di gesti seri e non di scorciatoie.


di Gianluca Perricone