giovedì 5 aprile 2012
Doveva essere una rivoluzione. Invece è un pasticciaccio che placa i sindacati e scontenta gli imprenditori. Tutti quanti. Ancora una volta l'ha avuta vinta la Cgil: resta l'articolo 18, mentre per i licenziamenti economici è previsto il reintegro nel caso in cui il giudice ne rilevi l'infondatezza. Per Fornero si tratta di una «soluzione lineare ed equilibrata».
Soddisfatto il presidente del Consiglio, Mario Monti, che giudica la riforma di «rilievo
storico per l'Italia». Chi non gongola, e di storico nella riforma trova ben poco, sono le imprese, tutte unite nel decretare una sonora bocciatura del compromesso finale. Da Confindustria, ad Alleanza delle Cooperative, passando per ABI, ANIA, e tutte le altre organizzazioni imprenditoriali
si è levato un coro di disapprovazione:«L'impianto complessivo della riforma già irrigidisce il mercato del lavoro riducendo la flessibilità in entrata e abolendo, seppur gradualmente, l'indennità di mobilità, strumento importante per le ristrutturazioni aziendali».
di Redazione