giovedì 29 marzo 2012
Lavoro: il Pd è una scolaresca in fermento al limite della sospensione dal Preside. Gennaio 2012: il giorno 12 esce sul sito del partito un intervento di Stefano Fassina, un'introduzione al Forum Pd sul lavoro. Un documento breve eppure carico di significati, in cui l'articolo 18 c'è e lotta insieme ai Democrat. Fassina proponeva (andando al testo originario) un contratto unico di formazione per i giovani e di reingresso per i lavoratori nel mondo del lavoro, al posto delle tipologie di apprendistato, con sgravi contributivi per le aziende; la riduzione delle forme contrattuali precarie, la non convenienza dei contratti a tempo determinato; un minimo sindacale per tutte le tipologie contrattuali al di fuori dei contratti nazionali; degli ammortizzatori sociali con indennità di disoccupazione e tutele estese a tutte le tipologie contrattuali; maggiori servizi pubblici per le donne in maternità e il no alle dimissioni in bianco; la riforma dei servizi per l'impiego, prevedendo sinergie tra pubblico e privato; regolazione e remunerazione degli stage ed altri particolari. Si prevedeva quindi una forma di flessibilità, altrimenti i servizi per l'impiego non sarebbero stati così importanti; si preannunciava allo stesso tempo una certa regolarizzazione delle forme di lavoro a tempo determinato e l'introduzione di un minimo salariale. Un disegno diverso da quello di Fornero: il minimo salariale non c'è; l'estensione delle tutele a tutti è limitata a seconda della provenienza professionale e limitata nel tempo; l'articolo 18 viene smembrato in tre - mentre il documento di Fassina non ne parla proprio; non c'è riferimento a Cassa integrazioni o mobilità di sorta: il governo le ha ampiamente riviste, modificate, distrutte e ricreate inventando l'Aspi. Anche sulle forme contrattuali non c'è accordo: non è avvenuta una sensibile riduzione dei contratti precari a parte che per le finte partite Iva e per le forme di partecipazione in associazione. Le uniche parti aderenti sono sulla sinergia pubblico-privato nella riformazione professionale dei lavoratori e sulla remunerazione obbligatoria degli stage. Fassina non può dirsi soddisfatto e con lui il capoclasse Bersani, che si fida ciecamente del suo responsabile economico. Un pezzo della classe scalpita e protesta contro il professore: sarà importante vedere se gli altri compagnucci alla fine seguiranno il capoclasse e la rivolta dovrà essere sedata con una bella visita dal preside, altrimenti se si ha coraggio che si dia il via all'okkupazione della scuola.
di Enrico Strina