venerdì 7 novembre 2025
La Commissione europea si prepara a proporre una sospensione parziale di alcune disposizioni chiave delle proprie normative sull’Intelligenza artificiale, una mossa che arriva in seguito alle pressioni esercitate dalle grandi aziende tecnologiche e da Washington. Lo riferisce il Financial times, secondo cui Bruxelles starebbe valutando un allentamento del quadro regolatorio digitale, inclusa la legge sull’Ia (Ai Act) entrata in vigore nel 2024, con una decisione attesa per il 19 novembre nell’ambito del cosiddetto “pacchetto di semplificazione”. L’obiettivo sarebbe quello di rafforzare la competitività del blocco europeo rispetto a Stati Uniti e Cina.
Il rinvio, in realtà, era già nell’aria. Secondo un alto funzionario europeo, l’Ue ha “collaborato” con l’amministrazione Trump per rivedere alcune parti della legge sull’Intelligenza artificiale e di altre normative digitali, nel quadro di un più ampio processo di razionalizzazione. Sebbene la legge sia formalmente in vigore dall’agosto 2024, gran parte delle sue disposizioni entreranno in vigore solo nei prossimi anni: in particolare, le norme che riguardano i sistemi di Ia ad alto rischio – quelli che possono generare “gravi rischi” per la salute, la sicurezza o i diritti fondamentali – diverranno operative nell’agosto 2026. Secondo la bozza visionata dal quotidiano britannico, la Commissione starebbe considerando di concedere alle imprese un “periodo di grazia” di un anno in caso di violazioni delle regole relative all’uso dei sistemi di Ia ad alto rischio. Il documento, ancora oggetto di discussione interna tra i servizi della Commissione e le capitali europee, potrebbe subire modifiche prima della sua adozione ufficiale. Bruxelles propone inoltre di rinviare ad agosto 2027 l’entrata in vigore delle sanzioni previste per la mancata osservanza delle norme sulla trasparenza dell’Ia, per “concedere tempo sufficiente ai fornitori e agli utilizzatori di sistemi di Ia per adeguarsi” alle nuove regole.
Da parte sua, la Commissione europea conferma che vi è una “riflessione in corso” sul possibile rinvio di alcune disposizioni contenute nell’Ai Act, in vista della presentazione del pacchetto digitale il 19 novembre, ma nega che si tratti di un cedimento alle pressioni delle Big Tech o di Washington. “Sosteniamo pienamente l’Ai Act e nessuna pressione proveniente da alcuna fonte potrà influenzarla”, ha precisato un portavoce dell’Esecutivo comunitario durante il briefing quotidiano con la stampa. Come spiegato dalla vicepresidente Henna Virkkunen, la Commissione sta valutando un rinvio al 2027 delle norme sui modelli di Ia ad alto rischio a causa dei ritardi nello sviluppo degli standard tecnici necessari per la loro attuazione. “Nel settore dell’Ia – ha spiegato il portavoce – stanno accadendo alcune cose, gli standard sono in ritardo. Stiamo ricevendo segnalazioni di preoccupazioni da parte dell’industria e dei nostri Stati membri in questo contesto. Abbiamo in programma un omnibus digitale, che costituirebbe il quadro adeguato per affrontare alcune di queste preoccupazioni. In questa fase non è stata presa alcuna decisione. La riflessione è in corso”.
L’intento, come chiarito a Bruxelles, “non è quello di riaprire la legislazione, che è il risultato di un processo democratico”, ma di “ascoltare le preoccupazioni del nostro settore e di ridurre gli oneri amministrativi che gravano sulle nostre aziende, sulle nostre start-up e sulle nostre Piccole e medie imprese”. Quanto ai rapporti con Washington, un altro portavoce ha ricordato i “contatti costanti” tra Ue e “partner in tutto il mondo, partner che condividono la nostra stessa visione. Non spetta a un Paese terzo decidere come legiferare. Si tratta – ha aggiunto – di un nostro diritto sovrano. Ovviamente ascoltiamo le preoccupazioni, ma prendiamo le decisioni appropriate in Ue attraverso i nostri consueti canali democratici”.
di Zaccaria Trevi