Una startup di Los Angeles lancerà la prima “arma” nello spazio

giovedì 6 novembre 2025


Una startup di Los Angeles sta per lanciare quella che potrebbe essere la prima “arma” nello spazio. Il progetto, chiamato “Shadow”, rappresenta quella che l’azienda definisce come “la prima dimostrazione commerciale americana di un intercettore spaziale in orbita”. Questo sviluppo segna una nuova era nella corsa spaziale, non più solo per l’esplorazione e la ricerca, ma anche per la difesa. Shadow Defense Systems, la startup dietro il progetto, ha in programma di lanciare nel 2024 un satellite progettato per intercettare e distruggere oggetti in orbita, come satelliti e detriti spaziali, segnando una pietra miliare nell’industria della difesa spaziale. Il progetto si basa su una tecnologia avanzata che mira a risolvere uno dei problemi più urgenti nell'era moderna: i detriti spaziali. Ogni giorno, centinaia di migliaia di frammenti di satelliti e altri oggetti orbitano attorno alla Terra, e il rischio di collisioni con altri satelliti o con la Stazione spaziale internazionale cresce esponenzialmente. L’idea di Shadow Defense Systems è quella di creare un intercettore spaziale in grado di distruggere questi oggetti, proteggendo le infrastrutture spaziali da potenziali danni.

Secondo l’azienda, il satellite Shadow sarà dotato di sensori avanzati e capacità di Intelligenza artificiale per individuare e abbattere minacce in tempo reale, senza necessità di un controllo remoto costante. Questo lo renderebbe un sistema autonomo in grado di operare in uno degli ambienti più estremi conosciuti dall’uomo. Se il progetto avrà successo, Shadow potrebbe rappresentare un salto tecnologico nell’ambito della difesa spaziale, con implicazioni che vanno ben oltre la semplice protezione da detriti. L’intercettazione spaziale potrebbe essere estesa a obiettivi più complessi, come satelliti nemici o altri oggetti considerati minacce. Tuttavia, questa evoluzione solleva anche una serie di interrogativi geopolitici e legali.

Il Trattato sullo spazio esterno del 1967, firmato da oltre 100 Paesi, stabilisce che le attività spaziali devono essere condotte per scopi pacifici e vieta la militarizzazione dello spazio. La possibilità che aziende private sviluppino e lanciano sistemi di difesa spaziale solleva preoccupazioni riguardo alla creazione di una nuova corsa agli armamenti nello spazio, simile a quella che si è verificata sulla Terra durante la guerra fredda. Inoltre, l’emergere di una capacità di difesa spaziale potrebbe spingere le potenze mondiali a rafforzare i propri programmi militari nello spazio, alterando gli equilibri di potere globali. Se una nazione o un attore privato possedesse la tecnologia per abbattere satelliti o altri oggetti in orbita, potrebbe acquisire un enorme vantaggio strategico. In un contesto già altamente competitivo, questo potrebbe trasformare lo spazio in una nuova frontiera di conflitto, dove la capacità di controllare e difendere i propri asset spaziali diventa cruciale.

Il progetto Shadow è anche il simbolo di una più ampia tendenza: le aziende private stanno entrando nel settore della difesa spaziale, un campo che fino a pochi anni fa era appannaggio esclusivo degli Stati. Con compagnie come SpaceX, Blue Origin e OneWeb che dominano il settore delle infrastrutture spaziali, non è sorprendente che ora anche la difesa stia diventando una preoccupazione per i privati. Shadow Defense Systems è solo la punta dell’iceberg, con altre startup e aziende tecnologiche che guardano sempre più allo spazio come un nuovo mercato in cui operare, anche per scopi militari. Mentre la startup prepara il lancio del suo intercettore spaziale, la comunità internazionale dovrà affrontare una serie di sfide, non solo tecniche ma anche politiche e legali.

L’industria spaziale sta attraversando una fase di grande trasformazione, dove i confini tra esplorazione, commercio e difesa si stanno progressivamente sfumando. Con la crescente militarizzazione dello spazio e l’ingresso di attori privati in questo campo, l’equilibrio che ha governato l’uso pacifico dello spazio potrebbe essere messo alla prova. In ogni caso, il progetto Shadow è destinato a diventare un punto di riferimento nella storia della difesa spaziale, ma anche una pietra miliare nelle discussioni future su come, e se, il nostro spazio comune debba essere protetto o utilizzato a scopi bellici.


di Michele Bandini