Cresce il mercato dei big data in Italia

mercoledì 5 novembre 2025


Sono ancora poche le aziende pronte a puntare sull’Intelligenza artificiale. Tuttavia, cresce in maniera esponenziale il mercato dei Big data in Italia: sfora la soglia dei 4 miliardi di euro, segnando un +20 per cento. I motivi della scarsa diffusione dell’Ia sono legati “ad architetture dati inadeguate o assenza di una governance chiara su dati e processi”. Sono solo alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics del Politecnico di Milano. Nel dettaglio, un quarto del mercato del settore va alle infrastrutture e le soluzioni di Intelligenza artificiale generativa, crescono a ritmi più elevati i servizi (+27 per cento), le banche (+22 per cento), le assicurazioni e la manifattura (+21 per cento), a ritmi più lenti (+17 per cento) la Pubblica amministrazione. Inoltre, solo il 38 per cento delle grandi aziende ha definito una strategia di valorizzazione dei dati, appena una su cinque ha nominato un chief data officer, oltre un quarto di grandi aziende non ha ancora avviato un progetto di advanced analytics.

Nel 2025 l’89 per cento delle piccole e medie imprese italiane svolge delle attività di analisi dei dati, 10 punti in più sul 2024. “Una crescita significativa ma che in molti casi riflette pratiche occasionali realizzate attraverso fogli elettronici, senza figure dedicate”, sottolinea la ricerca. L’87 per cento delle grandi aziende ha costruito una data platform ma poche realtà riescono a governare in modo completo l’intero ciclo di vita del dato “cruciale per generare valore attraverso l’Ia”. Come evidenzia, Carlo Vercellis, responsabile scientifico dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics, “oggi nelle organizzazioni dati e Intelligenza artificiale non possono più viaggiare su binari separati è necessario integrarle in modo sinergico. In mancanza di questi elementi, il potenziale valore dell’Ia rischia di rimanere inespresso o addirittura creare nuovi rischi per le aziende”. D’altro canto, per il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, “l’Intelligenza artificiale e i big data non sono uno slogan: sono già strumenti operativi”. Fava sottolinea come l’istituto abbia messo a terra “69 progetti di Intelligenza artificiale, di cui 32 già operativi”. A suo avviso, “meno burocrazia significa più fiducia, e più fiducia significa più efficienza del sistema”. Fava rileva come il welfare debba coinvolgere il settore privato, un elemento che “porta innovazione” sotto “la regia che deve rimanere pubblica”.


di Redazione