venerdì 31 ottobre 2025
Negli ultimi anni la digitalizzazione dei processi industriali e dei servizi pubblici ha portato a una crescente domanda di connettività stabile. Parliamo, tuttavia, di ambienti critici, cioè situazioni operative in cui temperatura, umidità, vibrazioni o interferenze possono compromettere la comunicazione tra dispositivi. Centrali energetiche, sistemi ferroviari, data center o strutture sanitarie: per tutti questi sistemi l’affidabilità della rete è prioritaria per garantire sicurezza e continuità.
Negli ambienti industriali le infrastrutture di rete devono garantire prestazioni costanti 24 ore su 24, supportando protocolli industriali e ridondanze multiple. Ogni componente, dal cavo allo switch, concorre a creare una catena di comunicazione che non può permettersi punti deboli.
Ecco perché, oltre ad una configurazione ad hoc, è importante investire sulla giusta selezione dei dispositivi. Si tratta di una questione di progettazione strategica, più che di semplice scelta tecnica, per la quale le aziende più attente si rivolgono a fornitori aggiornati e certificati come moxa distry shop.
Un’infrastruttura di rete per ambienti critici si distingue da una rete tradizionale per tre requisiti chiave: robustezza, ridondanza e interoperabilità.
La robustezza non è altro che la capacità dei dispositivi di funzionare in condizioni estreme, ad esempio con temperature comprese tra -40 °C e +75 °C o in presenza di vibrazioni costanti, senza perdita di segnale o degradazione delle prestazioni.
La ridondanza, invece, garantisce che la rete resti attiva anche in caso di guasti. Ne sono un esempio i sistemi come il Rapid Spanning Tree Protocol (RSTP) o gli anelli Ethernet ad auto-ripristino. L’interoperabilità, infine, assicura la compatibilità tra dispositivi di produttori diversi, un aspetto essenziale quando si integrano tecnologie nuove in impianti già esistenti.
Il centro funzionale di ogni rete è costituito dagli switch Ethernet industriali, dispositivi che gestiscono il traffico dati tra sensori, controllori e server centrali. Rispetto agli switch commerciali, quelli destinati all’uso industriale includono protezioni elettriche rinforzate, supporto per alimentazioni ridondanti e sistemi di diagnostica integrati. Alcuni modelli consentono anche il monitoraggio remoto e la gestione SNMP, essenziale per la manutenzione predittiva.
Un altro elemento fondamentale sono i convertitori di media, che permettono la comunicazione tra diverse tipologie di segnali – ad esempio tra rame e fibra ottica – su lunghe distanze. Il che è utile presso siti industriali estesi, come stabilimenti o miniere, dove l’uso della fibra serve a ridurre le perdite e proteggere i dati da interferenze elettromagnetiche.
Negli ambienti critici l’efficienza si misura in termini di velocità o capacità di banda, ma anche rispetto al valore della continuità operativa. Una rete, infatti, può essere considerata davvero efficiente quando riesce a rimanere attiva, stabile e sicura anche di fronte a condizioni imprevedibili.
Difatti gli impianti più evoluti, oggi, sono quelli capaci di autoregolarsi, segnalare in anticipo criticità e, infine, ridurre i tempi di inattività. Questo significa che investire in componenti di rete industriale non significa semplicemente “collegare macchine”, ma costruire reti solide capaci di rendere l’impresa competitiva. E negli ambienti dove l’affidabilità diventa una condizione di sopravvivenza, la qualità della rete si misura proprio in base alla sua capacità di continuare a operare, a prescindere dalle evenienze.
di Redazione