YouTube, un nuovo strumento rileva i video “non autorizzati”

mercoledì 22 ottobre 2025


Un nuovo strumento per riconoscere i video generati dall’Intelligenza artificiale. È il nuovo strumento lanciato da YouTube per rendere riconoscibili i deepfake “non autorizzati”. Si tratta di una funzionalità già annunciata lo scorso anno. L’azienda parte del gruppo Alphabet, la casa madre di Google, lo definisce “likeness detection”, ossia rilevazione delle somiglianze, un modo per segnalare i casi in cui il volto di un individuo è stato utilizzato o modificato dall’Intelligenza artificiale, senza il suo consenso, per realizzare un nuovo video. “Qualcuno ha creato un video in cui sembra che tu stia sostenendo un candidato politico”, spiega l’azienda, “oppure uno spot pubblicitario che promuove un prodotto di cui non sai nulla. A questo punto, puoi usare lo strumento per segnalare potenziali corrispondenze”.

L’annuncio arriva a qualche giorno dall’ennesima critica mossa al modello Sora 2 di OpenAI, sfruttato dagli utenti negli Stati Uniti e in Canada, per generare filmati con personaggi famosi defunti, come Robin Williams e Martin Luther King. Le famiglie di entrambi hanno ufficialmente chiesto alla startup americana di integrare nuove misure di sicurezza nel suo software per evitare simili risultati. Nello specifico, il sistema di YouTube chiede agli utenti di inviare un documento e un breve video selfie per verificare la loro identità. Successivamente si potrà richiedere di analizzare l’autenticità di un filmato pubblicato. In caso di violazione, il contenuto oggetto della verifica sarà rimosso. Tecnicamente, scrive il sito Engadget, il funzionamento segue quello di content ID di YouTube, usato per scovare audio protetto da copyright nei filmati, eliminandolo dal sottofondo quando necessario.

Frattanto, OpenAI, la casa madre di ChatGpt, sfida Google e lancia un software per la navigazione online, un browser web, che si chiama Atlas. L’obiettivo è trasformarsi da semplice app di Intelligenza artificiale a piattaforma informatica più ampia. “È un browser web basato sull’Intelligenza artificiale e costruito attorno a ChatGpt”, ha dichiarato Sam Altman, responsabile di OpenAI, nel corso della presentazione. Atlas è stato progettato partendo dal popolare chatbot ed è una sorta di “super-assistente” che consente all’utente di ottenere supporto per ricerche, shopping, lavoro e produttività, in aggiunta all’apprendimento in generale. Gli utenti possono aprire una nuova scheda per porre domande a ChatGpt, effettuare ricerche o ricevere supporto nella scrittura direttamente all’interno della pagina, eliminando così la necessità di copiare e incollare. Utilizza le informazioni provenienti dalla cronologia di navigazione dell’utente e ci si può rivolgere con un linguaggio informale.

“L’utente controlla dove Atlas può accedere e cosa può ricordare – afferma la società – è possibile cancellare la cronologia di navigazione o navigare in incognito. Se si sceglie di attivare la cronologia del browser, è possibile visualizzarla o gestirla in qualsiasi momento. Per impostazione predefinita, OpenAI non utilizza i contenuti di navigazione per addestrare i propri modelli”. Atlas è disponbile da oggi per gli utenti Free, Plus, Pro e Go su macOS e potrà essere scaricato da chatgpt.com/atlas. Le versioni per Windows, iOS e Android arriveranno in seguito. OpenAI non è la prima azienda a comprendere il valore di un browser con l’IA. Perplexity ha Comet, mentre Google e Microsoft hanno i loro browser che potrebbero diventare un punto di riferimento per future funzionalità di intelligenza artificiale.


di Redazione