martedì 14 ottobre 2025
Come da programma, l’ammaraggio finale nell’Oceano Indiano
L’esplorazione dell’ignoto passa dalla sperimentazione quotidiana. E Marte è sempre più vicino, all’indomani dell’ultimo test – concluso con esito positivo – di Starship, il colossale sistema razzo-navetta di SpaceX progettato per le future missioni di esplorazione lunare e marziana. L’undicesimo volo sperimentale dell’azienda di Elon Musk ha rispettato la tabella di marcia: il decollo è avvenuto all’1:23 ora italiana dalla base di Starbase, in Texas, e si è chiuso un’ora e sei minuti dopo con l’ammaraggio controllato nell’Oceano Indiano.
Accompagnato dal boato del pubblico presente a Boca Chica e seguito da oltre 700mila spettatori in diretta streaming, il razzo ha acceso i suoi 24 motori Raptor all’1:23 per una nuova serie di test finalizzati alla raccolta di dati cruciali per lo sviluppo del sistema di lancio riutilizzabile. Dopo circa tre minuti, il primo stadio – il booster Super Heavy, già impiegato in un precedente volo – si è separato dalla navetta e ha avviato la manovra di rientro verso il Golfo del Messico. Durante la discesa, il booster ha riacceso cinque motori per stabilizzare l’assetto e posizionarsi verticalmente a pochi metri sopra la superficie marina, prima di spegnersi e cadere in acqua.
Nel frattempo, la capsula Starship ha proseguito la sua ascesa fino a un’altitudine di circa 200 chilometri, dove ha aperto il portellone laterale per rilasciare otto simulatori Starlink, progettati per imitare i satelliti di nuova generazione destinati alle connessioni Internet globali. Successivamente, ha effettuato una breve riaccensione dei motori per verificarne la piena efficienza. Terminate le operazioni in orbita, Starship ha iniziato la fase di rientro atmosferico, affrontando una lunga discesa a oltre 26mila chilometri orari. Durante la caduta libera, la navetta ha testato la resistenza del sistema di isolamento termico, sopportando temperature estreme mentre la superficie esterna veniva avvolta dal plasma generato dall’attrito con l’atmosfera. Dopo una ventina di minuti di discesa, a poche centinaia di metri dal mare, Starship ha riattivato i motori, riuscendo a raddrizzarsi e ammarare verticalmente nell’Oceano Indiano.
L’ammaraggio, seguito dall’esplosione controllata del razzo, ha segnato la conclusione di un test giudicato “un successo” dagli ingegneri di SpaceX, che hanno confermato il raggiungimento di tutti gli obiettivi previsti, replicando i risultati positivi del decimo volo di agosto. Adesso, il fiore all’occhiello del futuro dell’esplorazione spaziale, è pronto per test più complessi.
di Redazione