mercoledì 27 agosto 2025
Gestire un e-commerce, oggi, è un po’ come costruire un castello di sabbia su una spiaggia affollata: basta un’onda anomala (traffico malevolo) o un click ingenuo su un link di phishing per veder crollare mesi di lavoro e fiducia dei clienti. E in Italia, dove il commercio elettronico dovrebbe sfondare quota 62 miliardi di euro nel 2025 con un +6% rispetto al 2024, la superficie di attacco cresce di pari passo con i profitti.
Se hai una piccola o media impresa online, o stai pensando di aprirne una, questa guida è un vademecum pratico (e un po’ brutale) per capire quali minacce possiamo aspettarci e cosa fare per difenderci in modo efficace.
Tra i pericoli più sottovalutati (e redditizi per i criminali digitali) c’è lo skimming: in pratica, un software maligno si insinua, senza che tu te ne accorga, sulla pagina di checkout. Ogni volta che un cliente inserisce i dati della carta, il malware li intercetta e li spedisce al server dell’hacker. I vettori di accesso possono essere svariati: un plugin vulnerabile, un’infezione sul server o un fornitore terzo compromesso.
Sai che le frodi legate ai pagamenti rappresentano circa il 75% delle truffe digitali nel commercio elettronico italiano?
Come difendersi?
Puoi blindare ogni firewall, ma se un dipendente clicca su un’email di phishing fatta bene, la porta si spalanca. E non si tratta di teoria: oltre il 90% degli incidenti nasce da errori umani.
Può capitare, quindi, che un link ti porti su una pagina con un finto formulario di login del tuo back office o di un corriere: un attimo di distrazione e il cyber criminale si ritrova le credenziali in mano.
Come ridurre il rischio?
Un altro incubo che cresce di mese in mese è il traffico malevolo generato da bot e reti di dispositivi infetti. Nel 2025, gli shop italiani hanno visto un aumento costante di scraping dei prezzi, click fraudolenti e veri e propri attacchi DDoS che possono paralizzare o rovesciare portali interi da un giorno all’altro.
Azioni concrete per difendersi:
Quasi ogni business si appoggia a CMS come WordPress, WooCommerce o Magento. Comodi? Sì. Ma pieni di falle se vengono trascurati gli aggiornamenti e i controlli di routine sulla sicurezza del codice. Tra le tecniche più diffuse fra gli hacker di tutti i livelli ci sono la SQL Injection (in grado di rubare dati o modificare i prezzi) e il Cross-Site Scripting (XSS), che inietta script dannosi nelle pagine.
Come si possono ridurre questi rischi?
Non è fantascienza o un problema che riguarda solo le multinazionali: anche le micro-imprese finiscono sotto attacco ransomware. Basta un allegato “innocuo” o un plugin scaricato da fonti poco serie e i tuoi file vengono cifrati in un lampo. Gli hacker chiedono poi un riscatto in criptovaluta per sbloccarli.
Prevenzione:
Molte violazioni nascono da fornitori esterni compromessi: CRM, piattaforme di marketing, spedizionieri.
Come difendersi?
Sembra banale, ma l’HTTPS continua a essere il primo mattone per proteggere i dati in transito sul proprio sito. Senza un certificato SSL valido, le informazioni scorrono in chiaro, facili da intercettare.
Assicurati che:
Un click sbagliato, una password banale come “Juventus123”, l’errore umano ha ancora un peso specifico molto alto nel settore della cyber sicurezza 2025.
Come iniziare:
Molti cercano online informazioni su VPN e significato: è l’acronimo di Virtual Private Network, un tunnel cifrato che protegge il traffico e maschera l’IP quando lavori da remoto.
Come sfruttarla:
Ecco un riepilogo del panorama italiano:
Proteggere un portale di e-commerce non è un lusso: è un dovere. Tecnologia sempre aggiornata, formazione costante, VPN e backup quotidiani sono gli ingredienti fondamentali per una difesa ferrea. Il rischio non sparirà del tutto ma diventerà gestibile.
di Redazione