mercoledì 4 giugno 2025
L’industria spaziale è la più sottovalutata al mondo. È particolarmente poco apprezzata in Europa, che ormai è irrimediabilmente indietro rispetto agli Stati Uniti e alla Cina. L’anno scorso gli Stati Uniti hanno effettuato 153 lanci, la Cina 68 e l’Europa 3. In Italia è in discussione in Parlamento un disegno di legge che mira a regolamentare e promuovere lo sviluppo dell’industria spaziale nazionale.
Lo scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke scriveva già nel 1977: “L’impatto dei satelliti sull’intero genere umano sarà almeno pari a quello dell’avvento del telefono nelle cosiddette società sviluppate”. E aveva ragione. Le mega-costellazioni satellitari come Starlink, Qianfan, Kuiper e Sat Net garantiranno che il terzo della popolazione mondiale che attualmente non ha accesso a Internet sarà presto connesso, con implicazioni economiche di vasta portata.
La Cnbc ha definito lo spazio “la prossima industria da mille miliardi di dollari di Wall Street”.
Dopo gli sbarchi sulla Luna alla fine degli anni ‘60 e all’inizio degli anni ‘70, i voli spaziali con equipaggio umano negli Stati Uniti si sono praticamente arrestati, in gran parte a causa di interferenze politiche.
Sono state le aziende private a realizzare una svolta, riducendo i costi di lancio di circa l’80%. E questo è solo l’inizio. L’esplorazione spaziale dimostra ancora una volta la superiorità del capitalismo.
La corsa allo spazio tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti negli anni ‘60 è stata ora sostituita da una competizione tra gli Stati Uniti e la Cina. Ma c’è una differenza fondamentale: durante la corsa allo spazio originale, i programmi spaziali degli Stati Uniti e dell’Urss erano entrambi guidati dallo Stato.
Il rapporto tra la Nasa e le aziende private è cambiato radicalmente negli ultimi anni: delle 261 missioni spaziali effettuate in tutto il mondo nel 2024, 134 sono state effettuate da SpaceX. Se SpaceX fosse un paese, in tale ambito supererebbe di gran lunga il secondo paese più grande del mondo, la Cina, che ha registrato 68 lanci.
Ancora oggi, i viaggi spaziali privati sono ostacolati da normative inutili e interferenze governative, in particolare in Europa, ma anche negli Stati Uniti.
L’esito della nuova corsa allo spazio, che sia la Cina o gli Stati Uniti a emergere vittoriosi, dipenderà in gran parte dal paese che garantirà maggiore libertà alla crescita dell’esplorazione spaziale privata. Attualmente gli Stati Uniti sono in netto vantaggio, ma sarebbe pericoloso sottovalutare gli sviluppi in Cina, che sta riducendo la sua dipendenza da un programma spaziale esclusivamente pubblico e coinvolgendo sempre più il privato.
(*) Tratto dall’Istituto Bruno Leoni
(**) Saggista e giornalista, autore del paper Exploring The Space Economy pubblicato dall'Institute of Economic Affairs
di Rainer Zitelmann (*)