lunedì 10 febbraio 2025
In più di cento Paesi, domani ci celebra il Safer Internet Day. Si tratta della giornata mondiale per la sicurezza in Rete, istituita e promossa dalla Commissione europea. L’obiettivo è invitare alla riflessione i giovani sull’uso consapevole della Internet. Nell’ambito del Safer Internet Day, Telefono Azzurro e Bva-Doxa presentano i risultati di una nuova indagine sull’uso del digitale da parte dei ragazzi. Emerge che una delle preoccupazioni principali è legata alla diffusione di strumenti di Intelligenza artificiale. Il 40 per cento degli intervistati teme infatti che i contenuti fake generati dall’Ia possano causare un danno per le loro relazioni sociali, diffondendo online foto e video fasulli ma dall’alto tasso di veridicità. Come ricorda la ricerca, i deepfake costituiscono una delle minacce più preoccupanti legate all’Intelligenza artificiale. Tra gli argomenti per i quali i ragazzi affermano di avere più bisogno di informazioni per potersi difendere ci sono le fake news (40 per cento), seguite da privacy e dati personali (34 per cento), cyberbullismo (32 per cento) e adescamento (31 per cento). L’elevata esposizione ai social media rende i giovani particolarmente vulnerabili alla disinformazione, spingendoli quindi a cercare strumenti per riconoscerla e contrastarla.
Secondo Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, “anche le piattaforme devono farsi promotrici di questo cambiamento e privilegiare il benessere di bambini e adolescenti rispetto agli interessi commerciali, promuovendo l’educazione digitale sia per i più giovani che per genitori ed educatori”. Proprio la collaborazione tra genitori, educatori e bambini può rappresentare una strategia efficace per migliorare la sicurezza e la privacy online. Come evidenziato dall’indagine, i ragazzi e le ragazze dichiarano che se fossero vittima di violenza sessuale online, lo segnalerebbero soprattutto ai genitori (76 per cento), solo il 40 per cento alle forze dell’ordine e il 14 per cento agli amici. La quasi totalità segnalerebbe contenuti online potenzialmente dannosi o illeciti riguardanti altri minori (98 per cento-99 per cento) e più del 70 per cento lo direbbe ai genitori.
di Redazione