Usa, Google potrebbe essere costretta a vendere Chrome

martedì 19 novembre 2024


Le richieste dei funzionari statunitensi possono rimodellare il mercato delle ricerche online. Secondo Bloomberg, il Governo americano potrebbe chiedere a un giudice di costringere la società madre di Google, Alphabet, a vendere il suo browser Chrome. Una simile sanzione contro il gigante tecnologico, riconosciuto colpevole di pratiche anticoncorrenziali nella gestione del suo famoso motore di ricerca, sarebbe storica. Chiedere la vendita di Chrome a Google segnerebbe un profondo cambiamento da parte dei regolatori Usa, che hanno in gran parte lasciato in pace i giganti della tecnologia da quando non sono riusciti a smembrare Microsoft due decenni fa. Il Dipartimento di Giustizia intende, inoltre, richiedere misure relative a nuovi strumenti di Intelligenza artificiale generativa (Ia) e al suo sistema operativo mobile Android, secondo fonti non citate vicine al caso, citate dall’agenzia di stampa lunedì. Google è stata dichiarata colpevole la scorsa estate di pratiche illegali per stabilire e mantenere il suo monopolio nella ricerca online da Amit Mehta, un giudice federale di Washington.

Il giudice potrebbe pronunciarsi sulla sentenza nell’agosto 2025, dopo aver ricevuto la richiesta ufficiale delle autorità a novembre e aver ascoltato entrambe le parti in un’udienza speciale ad aprile. Secondo il sito web StatCounter, a settembre Google deteneva il 90 per cento del mercato globale delle ricerche online e addirittura il 94 per cento sugli smartphone. In pratica, la mossa del dipartimento rappresenta uno dei simboli delle politiche messe in campo nell’ultimo quadriennio dall’amministrazione guidata dal presidente Joe Biden per provare a fronteggiare il potere delle big tech, spesso contestate per le loro posizioni dominanti. Secondo l’agenzia Reuters, la rielezione di Donald Trump potrebbe però cambiare il quadro complessivo. Durante la campagna per le Presidenziali, il tycoon aveva in un primo momento promesso azioni legali contro l’azienda, accusata di pregiudizi nei suoi confronti. In seguito, Trump ha espresso forti dubbi sull’opportunità di procedere contro una divisione di Google.


di Redazione