lunedì 21 ottobre 2024
È un momento eccezionale per lo spazio. Gli avvenimenti dell’ultimo anno lo confermano: il lancio di Arianna 6 e il rientro di precisione del razzo Super Heavy. È in fase avanzata la corsa verso Marte, e si stanno completando le operazioni che porteranno gli astronauti nel 2026 sulla Luna. C’è fervore per capire i cambiamenti climatici e varare migliori strumenti per controllare lo stato di salute del pianeta. L’obiettivo degli scienziati è quello di promuovere un futuro in cui i servizi spaziali contribuiscano a migliorare la vita di tutti sulla Terra. L’Italia ha fatto da padrona di casa a Milano al “più grande congresso sullo spazio della storia”, ospitando 11mila partecipanti, 30 viaggiatori dello spazio e oltre 60 capi e leader di agenzie spaziali di tutto il mondo. Il benvenuto agli uomini di scienza è stato dato al MiCo convention centre di Milano dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
Il meeting che tornava in Italia dopo 12 anni dall’edizione di Napoli è stato organizzato dalla Federazione astronautica internazionale (Iaf), dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) e dal gruppo Leonardo. E proprio al grande scienziato italiano Leonardo da Vinci è stato riservato un approfondimento scientifico delle sue scoperte. È stata un’edizione record grazie allo sforzo della macchina organizzativa per la quale, ha osservato Teodoro Valente, presidente dell’Asi, il Paese ha lavorato in sinergia. Un lavoro con numerosi appuntamenti tematici in cui si sono confrontate istituzioni e industrie impegnate nelle attività spaziali, a partire dall’importanza dei satelliti per l’osservazione della Terra. Guardando alla Luna il congresso ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica il ruolo dell’industria spaziale che sta puntando sull’esplorazione con applicazioni in settori che vanno dal design all’energia nucleare.
Si è parlato molto di robotica per lo spazio e ha suscitato molta curiosità un robottino (qualche centinaio di grammi) mostrato e messo in movimento nello stand arancione olandese. I ricercatori dell’Università TU Delf (tra cui la professoressa romana di fisica Alessandra Menicucci, esperta in miniaturizzazione della tecnologia dei veicoli spaziali che con gli studenti ha progettato creato il Delfi-PQ di 750 grammi) si sono ispirati alle scoperte biologiche su come le formiche riconoscono visivamente il loro ambiente e lo combinano con il conteggio dei loro passi per tornare a casa. In futuro i piccoli robot autonomi potrebbero trovare un’ampia gamma di utilizzi, dal monitoraggio delle scorte nei magazzini alla ricerca di perdite di gas nei siti industriali. La strategia di navigazione ispirata agli insetti potrebbe fare un passo importante sulla strada per l’applicazione di robot nel mondo reale.
La cooperazione multilaterale in ambito spaziale sta diventando un elemento determinante per affrontare le sfide globali, purché lo spazio extra-atmosferico resti patrimonio dell’umanità. Pioggia di premi. L’astronauta Luca Parmitano ha premiato l’italiana Gabriella Arrigo dell’Asi mentre i due italiani selezionati dall’Esa, Andrea Patassa e Anthea Conellini, hanno premiato l’americano Mike Oro dell’azienda Redwire. Samantha Cristoforetti ha consegnato il premio World space award all’agenzia indiana Isro per la missione Chandrayaan-3, che ha permesso all’India di diventare la quarta potenza mondiale ad effettuare un allunaggio morbido con una sonda spaziale.
di Sergio Menicucci