martedì 23 luglio 2024
Corpo e mente comunicano grazie a una rete psicosomatica di comunicazione molecolare, distribuita ovunque nel corpo. Ogni cellula del corpo è punteggiata da migliaia di minuscole strutture chiamate recettori. Come gli organi di senso – occhi, mani, naso, orecchie – i recettori captano i segnali che provengono dall’ambiente circostante. Quando i recettori ricevono un segnale, l’informazione viene trasmessa in profondità all’interno della cellula dove minuscoli meccanismi entrano in azione e avviano processi chiave.
I dati provenienti, in questo modo, dirigono la crescita e la divisione delle cellule, la migrazione di cellule volta ad attaccare nemici o a effettuare riparazioni. E l’intero metabolismo cellulare diretto alla conservazione o all’impiego di energia. Il segnale proviene da altre cellule e viene trasportato da un fluido denominato “sostanza informazionale”. Questi fluidi – provenienti dal cervello, dagli organi sessuali, dall’intestino, dal cuore, pressoché da ovunque – comunicano da cellula a cellula, fornendo una infrastruttura per la “conversazione” che si svolge in tutto il sistema corpo-mente. Tali fluidi sono noti come ormoni, neurotrasmettitori e peptidi. Tutti e tre vengono chiamati insieme “ligandi”, da “ligare”, dal latino legare, unire, si fa riferimento cioè al modo in cui le sostanze si combinano strettamente ai recettori sulla superficie delle cellule. I ligandi portatori di informazione sono responsabili del novantotto per cento di tutto il trasferimento-dati nel corpo e nel cervello. Il rimanente due per cento di comunicazione avviene a livello delle sinapsi tra neuroni che si attivano e rilasciano neurotrasmettitori nello spazio intersinaptico, raggiungendo i recettori di altri neuroni sull’altro lato. L’attività sinaptica è paragonabile ad una tempesta elettrica nel cervello e in tutto il corpo. I peptidi (si pensi alle endorfine) sono costituiti da stringhe di amminoacidi tenute insieme come le perle di una collana. Le catene di amminoacidi più lunghe sono chiamate proteine.
Sono stati mappati oltre duecento peptidi nel cervello e nel corpo, ciascuno dei quali “suona” un complesso accordo emotivo – felicità, fame, rabbia, rilassamento, sazietà – quando il proprio segnale viene ricevuto dalle cellule. Il sistema di comunicazione corpo-mente si compone di due elementi: il recettore e il ligando che possono essere definiti “molecole delle emozioni”. Essi si trovano attraverso le vaste distanze intercellulari, si agganciano – o legano – e trasferiscono informazioni vitali che influenzano l’attività cellulare in tutto il corpo. Si pensa che ogni recettore abbia una specifica forma cui si adatta un solo determinato ligando: un modello chiave-serratura, la chiave cioè un peptide fluttua nello spazio finché trova l’esatta serratura ovvero il recettore. La chiave vi si inserisce aprendo la “serratura” della cellula e innesca le attività cellulari.
Le “molecole di emozioni” si trovano in tutto il corpo e formano tra loro un sistema di comunicazione globale che comprende i sistemi endocrino, digestivo, riproduttivo, ogni sistema dell’organismo. Si tratta di una rete intercellulare che comunica grazie agli sforzi coordinati di queste molecole di emozioni informazionali: la rete psicosomatica. Questa rete ha molti punti nodali quali il cervello, il midollo spinale, gli organi di senso. L’”entrata” nel sistema avviene in diversi punti a seconda della concentrazione della mente della persona, dove si presta attenzione. La consapevolezza è una proprietà dell’intero organismo, nella rete psicosomatica la mente conscia e inconscia pervade ogni aspetto del corpo fisico. Il corpo è la mente inconscia. I peptidi e i recettori sono raggruppati per formare canali ionici che pompano ioni dentro e fuori la cellula. Questo movimento pulsante e ritmico crea una corrente elettrica che vaga attraverso il corpo, influenzando lo stato di eccitazione o di rilassamento dell’intero organismo.
Le emozioni abbracciano il regno materiale e immateriale. Sono il ponte che li collega. Come la luce è allo stesso tempo particella e onda, le molecole di emozioni sono biunivoche cioè al tempo stesso sostanze fisiche che si possono vedere e pesare su un gel in laboratorio e che vibrano con una carica elettrica negli esseri viventi, e, allo stesso tempo, un’onda che trasmette informazione tra le persone. Sono cioè sia fisiche sia psicologiche, collegando il cervello al corpo in una ampia rete di comunicazione per coordinare l’intero sistema corpo-mente. Le emozioni che collegano materia a non materia consentono, peraltro, di superare la distinzione tra Oriente e Occidente potendo focalizzarsi sia su molecole materia o spirito. I due apparenti opposti sono semplicemente due lati della stessa medaglia o i poli di un ampio spettro che è tutto attraversato dall’emozione.
Mente e corpo sono la stessa cosa. Le emozioni trovano la strada verso la serratura adatta sulla superficie delle cellule – recettori – con cui legarsi. Le emozioni “operano”, si attuano, “prendono corpo” letteralmente attraverso il legame con il recettore. Ecco come i nostri pensieri e le nostre emozioni diventano materia, ovvero la nostra realtà. Il modo in cui pensiamo o sentiamo, i nostri stati emotivi di ogni momento, influenzano il movimento, la divisione, e ogni altra attività delle nostre cellule in una maniera molto simile a quella dei fluidi interni o dei farmaci.
Le emozioni innescano stati alterati di coscienza, ciascuno con differenti memorie, comportamenti, posture e differenti processi fisici. “Cambiate la mente e cambiate il dolore” ad esempio. Noi risuoniamo costantemente con quello che già sappiamo essere vero. Ogni cosa che percepiamo è filtrata da un tasso di esperienza e ricordi passati che sono immagazzinati nei nostri recettori: non c’è alcuna realtà assoluta o esterna. Ciò che sperimentiamo come realtà è la nostra storia di ciò che è accaduto. Cambiare lo stato mentale influenza e determina quindi l’esperienza della realtà. Il nostro stato di dolore o di salute e benessere cambia a seconda del nostro stato emotivo. L’attenzione è importante nel creare la realtà, specialmente quando si associa con l’intenzione. L’abilità di immaginare che cosa si vuole e di realizzare i propri sogni può essere appresa.
Noi creiamo immaginando la nostra realtà. Filtriamo le nostre sensazioni in entrata e le interpretiamo secondo un sistema di piacere e dolore. Corpo e mente sono uno, ciò che si pensa e si dice influenza lo stato delle nostre cellule. Ogni organo è in stretto contatto con il cervello sia attraverso il meccanismo cellulare recettore-peptide sia attraverso il sistema nervoso autonomo i quali si estendono entrambi dal cervello al sistema immunitario. Appena si dice “mi fa male il ginocchio” è come se si premesse il tasto di stampa sul nostro computer, condannando la nostra mente a produrre sintomi dolorosi; se si ricontestualizza l’esperienza, dicendo “il mio corpo è capace di guarire”, si ri-direzionano quelle cellule immunitarie infiammatorie lontano dalla articolazione dolente. E tale condizione può cessare. Sembra inverosimile, ma non lo è. Tanto è vero che, ad esempio, un ipnotizzatore può produrre delle scottature sul braccio di una persona appoggiandovi una moneta a temperatura ambiente, suggerendogli solo di immaginare che sia rovente.
Si pensi all’infiammazione dell’artrite, che è uno stato di iper-attivazione del sistema immunitario riflesso corporeo di rabbia cronica irrisolta. I sintomi dell’artrite sono dieci volte più frequenti in persone rabbiose e in conflitto. Interessante il fatto che si usino espressioni come “essere lividi di rabbia”’, “avere un travaso di bile” o “infiammarsi” di collera. Il perdono può essere utile a ridurre l’infiammazione e a curare, anche l’artrite.
In sostanza, la nostra salute è un benessere psicosomatico che riguarda non solo il corpo fisico ma il nostro sé emotivo, mentale e spirituale così come si esprime e manifesta nel corpo. Le nostre cellule risuonano sia con le sostanze interne prodotte dal corpo che con le sostanze esterne che assumiamo – legali o illegali – e con le emozioni che sentiamo. Risuonano anche con i suoni che sentiamo. La frequenza vibrazionale delle note della musica attiva il recettore, mettendo in moto ogni genere di attività cellulare. È così che la musica può guarire interagendo direttamente con le nostre molecole di emozioni per caricarci di energia facendo scorrere i nostri fluidi interni e facendoci sentire bene.
Anche le parole che pronunciamo hanno il potere di guarire tramite lo stesso meccanismo della musica. Quello che pensiamo, attiva reti cellulari insieme. Un neurone ha migliaia di recettori sulla superficie i quali compongono i canali ionici. Ciascuno di questi canali ha una natura quantica, quindi, è o aperto o chiuso, mai in uno stato intermedio. Come la musica, le parole pronunciate possono fare vibrare questi canali aprendoli o chiudendoli, e quindi regolare quanto più spesso una rete neurale si attiva. Più spesso si attiva insieme una rete neurale, più le connessioni sinaptiche diventano forti e più il modello di pensiero si fissa a livello cellulare. Reti che si attivano insieme si legano insieme.
Non solo i neuroni ma tutte le cellule hanno canali ionici e proprietà elettriche, così lo schema di pensiero condiziona in modo esteso tutta la rete psicosomatica del sistema corpo-mente. Pensiamo letteralmente con il nostro corpo e con le parole che pronunciamo, perché il suono fa vibrare i nostri recettori che materialmente influenzano la formazione di reti neurali nel nostro cervello. Affermando ciò che vogliamo possiamo letteralmente creare la nostra realtà. Le affermazioni positive sono un metodo di guarigione. Le nostre parole e il nostro pensiero rafforzano le connessioni sinaptiche nel cervello, modificando schemi o reti neurali dandoci una esperienza personale della realtà, determinando potenzialmente i risultati desiderati. Le parole pronunciate – positive o negative – hanno il potere di creare una nostra realtà che lo si voglia o no. Musica, parole, molecole di emozioni (onde cerebrali e colori) risuonano tutti insieme.
Le emozioni sono potenti come droghe e biologicamente funzionano allo stesso modo, utilizzando i peptidi e i loro recettori cellulari, vale a dire le nostre molecole di emozioni. Lo scienziato ungherese Albert Szent-Györgyi, premio Nobel per la medicina e fisiologia, ha scritto nel 1937: “La vita è troppo rapida e sottile per essere spiegata da reazioni chimiche e da impulsi nervosi che si muovono lentamente. Ci deve essere dell’altro”. “L’altro” è “la matrice” ovvero una struttura fisica del corpo composta, principalmente, da fibre di collagene, quello che forma il tessuto connettivo che tiene insieme il nostro scheletro. Una fine maglia o rete che si estende per tutto il corpo rivestendo ogni cellula e connettendo muscoli, tendini e ossa del cervello. Questa rete molto malleabile raggiunge di fatto l’interno di ogni cellula.
Il fine della matrice è quello di fornire un sistema di comunicazione ad alta velocità, consentendo un flusso di informazione che unisce l’intero organismo e permette tra le altre cose guarigioni e risultati spontanei apparentemente miracolosi. Questo “sistema” di trasferimento di dati include ma supera soprattutto la velocità del sistema peptide/recettore, che è la rete di informazione e di comunicazione che vediamo, fornendo un meccanismo attraverso il quale hanno luogo comunicazioni in tutto il corpo per noi tuttora inspiegabili. Sappiamo, cioè, che il potenziale d’azione delle cellule nervose attivate provoca il rilascio di sostanze informazionali (neurotrasmettitori) le quali attraversano una sinapsi per raggiungere altre cellule nervose. Però, la trasmissione sinaptica riguarda, come detto, solo il due per cento di tutte le informazioni scambiate nel cervello e nel corpo, mentre il restante novantotto per cento dei dati è trasmesso attraverso sostanze informazionali che si legano ai loro recettori cellulari. Un processo, cioè, molto diverso che usa una via para sinaptica per lo più distribuita in tutto il corpo, non solo nel cervello.
Nessuno di questi sistemi – i neurotrasmettitori che attraversano le sinapsi o i peptidi che si legano ai recettori – spiega la velocità e la distanza dei messaggi comunicati spontaneamente in tutto il sistema del corpo. La matrice è un semiconduttore, una sostanza capace di supportare un’attività elettrica velocissima. È per molti versi una sorta di cristallo liquido gigante. In tensione. Nella matrice ogni cellula e molecola del corpo sanno che cosa sta facendo ogni singola altra cellula e molecola, così l’organismo può funzionare in maniera coordinata e collaborativa. Quando tocchiamo o premiamo il corpo, quella pressione traduce una carica elettrica attraverso la matrice, una forza piezoelettrica. Le molecole di emozioni hanno natura elettrica: una carica viene emessa ogni volta che un peptide si lega ai recettori cellulari. Gruppi di recettori incorporati nella membrana cellulare pompano ioni dentro e fuori la cellula, creando un flusso elettronico che si muove attraverso la matrice come un’onda, recettori vibranti dove è immagazzinata una memoria emotivamente carica. Un trauma, ad esempio, viene assorbito e immagazzinato dal corpo – mente inconscia – e può essere sbloccato attraverso il ripristino del flusso di energia. Informazione, emozione ed energia elettrica sono strettamente correlate nei nostri corpi, coerentemente e sincronicamente. E comprendono quello che sperimentiamo come movimento di energia. La mente e il corpo sono una cosa sola, uniti da recettori cellulari sparsi per tutta la matrice che vibrano per creare onde di emozione e informazione.
di Francesca Romana Fantetti