martedì 2 luglio 2024
Non sappiamo chi siamo e perché siamo e la vita che viviamo in genere non ci consente di indagare e capire. Abbiamo domande, dubbi, confusione, conflitti interiori. Si può costruire una serie infinita di abitudini, la routine quotidiana e della nostra vita, e convinzioni che in realtà non fanno altro che rafforzare la “storia” che abbiamo scelto di vivere. Senza sapere perché la nostra storia esista. Sentiamo così intima e reale la personalità del nostro “Io” da andare avanti senza sentirsi insicuri o conflittuali, dubbiosi e ricolmi di domande, convincendoci di “farsene una ragione”. Ma cercare di capire la nostra consapevolezza non è indifferente ma indispensabile e fondamentale, per avvicinarsi a quella che è la “sorgente quantica” che ci fa capire chi siamo. Facendo così, cioè, percorrendo questa altra possibilità sperimentiamo una specie di “cambio di identità” o, come dicono i veggenti vedici, diventiamo conoscenza. Esso dicono: “Questa non è conoscenza che si apprende. Questa è conoscenza che si diventa”. Evolvere per noi organismi umani viventi è davvero una scelta creativa. Dal punto di vista quantistico in realtà, migliorare la propria “storia di vita” è solo o semplicemente una sorta di “aggiornamento” “dell’illusione”. Un detto vedico afferma: “Rimuovi tutte le illusioni e ciò che rimane deve essere reale”. E che “quando ti connetti con la realtà quantica, essa ti guida dall’interno”. Una volta connessi con il nostro corpo quantico siamo connessi con la realtà “reale”.
Solo comprendendo il corpo quantico (chiamato “corpo causale” nell’antico termine vedico) si può sapere cosa sia l’intero corpo umano. I veggenti vedici – i rishi in India (i cui i più noti e venerati sono Patañjali e Vasishtha) hanno seguito una strada di indagine e ricerca diversa dalla scienza, non iniziando da “là fuori” con gli oggetti fisici come hanno fatto da noi gli antichi greci quando per primi hanno postulato l’esistenza dell’atomo; i rishi hanno cominciato invece da “qui dentro”, cioè da ciò che ci rende umani ovvero l’esperienza cosciente. I rishi come “Einstein della coscienza” perché si sono proposti di ricercare lo stato fondamentale della realtà, esattamente come hanno fatto Albert Einstein e gli altri pionieri della fisica moderna. Si ricordino le parole di Roger Penrose: “La coscienza è il fenomeno attraverso il quale si conosce l’esistenza stessa dell’universo”. E quelle di Max Planck: “Considero la coscienza come fondamentale. Considero la materia come derivata dalla coscienza. Non possiamo andare oltre la coscienza. Tutto ciò a cui pensiamo, tutto ciò che consideriamo esistente postula la coscienza”. Tutto ciò che accade “qui dentro” è fuso con tutto ciò che i nostri sensi percepiscono “là fuori”. I rishi vedici arrivarono alla radice di tutto identificandolo come il “corpo causale” – “karana sharira” in sanscrito. Il corpo causale si trova nel lontano orizzonte di ciò che la mente umana può conoscere. Al di là di esso c’è un ambito che è inconcepibile perché precede lo spazio, il tempo, la materia e l’energia.
Jalal al-Din Rumi, poeta mistico persiano lo espresse in modo preciso: “Veniamo fuori dal nulla, spargendo stelle come polvere”. Si tratta di pionieri quantistici. Per i rishi il corpo causale – corpo quantico – si trova in “Chit akash” ovvero, dal sanscrito si traduce in “spazio mentale”, dove è l’intelligenza creativa (la fonte del benessere). “Chit akash” è il luogo in cui ogni possibilità creativa inizia a fiorire. Nel “Chit akash” sorge un impulso che accumula energia sufficiente per creare un’azione fisica che si può vedere, sentire e misurare. Il flusso dell’intelligenza creativa si muove verso l’interno, attorno e attraverso noi proprio in questo momento. Ma che cosa è la realtà quantica? È la realtà “reale” nascosta sotto la superficie dell’esistenza quotidiana delle nostre vite. Noi siamo esseri quantici. Materia ed energia nel campo quantico sono connesse. C’è correlazione. Ogni cosa è correlata, “intrecciata” con tutto il resto. Il campo quantico dà origine a increspature o onde che si trasformano in particelle – questo è l’atto fondamentale della creazione, nel cosmo come per i nostri corpi. Anche se la natura si presenta in elementi distinti, dal più piccolo al più grande – quark, elettroni, molecole d’acqua, microbi, piante, animali, pianeti, galassie e oltre – il più piccolo rispecchia il più grande – frattali. Niente è soltanto un evento circoscritto, “locale”. Vi è al contrario la “non località” quale situazione fondamentale, che domina. La “non località” si manifesta nei nostri corpi nel modo in cui ogni cellula agisce per preservare il tutto cooperando e comunicando con le altre. Ogni cellula sopravvive e prospera autonomamente favorendo il benessere dell’intero organismo. Ogni cellula ha al proprio interno un interruttore “di sicurezza” per monitorare gli errori e, se ne verifica uno, viene riparato oppure la cellula muore volontariamente. La “non località” afferma il primato del tutto sulle parti. Altra situazione o comportamento del campo quantico è la trasformazione dei quanti in “qualia” – qualia significa qualità, le caratteristiche che mostra ogni cosa. Il sole è caldo, lo spazio interstellare è freddo, l’acqua è liquida, il granito è solido. Gli stessi quark, elettroni, protoni eccetera si trovano nel sole, fluttuano nello spazio interstellare e costituiscono l’acqua e il granito. Tra il mondo quantico e il mondo che vediamo si verifica una trasformazione– in fisica si parla di “proprietà emergente”. Il campo quantico crea la trasformazione. La nostra esistenza dipende dal mondo quantico che presenta e ha queste tre strane situazioni o comportamenti:
– La correlazione che produce tutte le connessioni.
– La “non località” che fa sì che il tutto prevalga sulle parti.
– La trasformazione dei quanti in qualità, trasformazione che crea tutte le esperienze. Grazie ai qualia i nostri cinque sensi umani si sono evoluti per riconoscerle: vista, udito, tatto, gusto e olfatto sono rilevatori di qualia. Oltre i cinque sensi, anche i pensieri come la paura, il desiderio, l’intuizione ed il ragionamento sono legati ai qualia. Senza qualia in realtà non avremmo alcuna esperienza. Il pioniere quantistico Werner Karl Heisenberg ha cercato di spiegare quanto sia difficile comprendere questo livello di realtà: “Non solo l’universo è più strano di quanto pensiamo, ma è più strano di quanto possiamo pensare”. Ciò che porta la realtà oltre la portata del pensiero è il “quanto”, perché nel nostro mondo sensoriale di oggetti solidi e “attendibili” il suo comportamento non ha senso.
Lo stesso vale per i nostri corpi quantici. Il mondo quantico è più assurdo dell’assurdo.
1) Il campo quantico fa sì che tutto accada, ma di per sé non ha alcuna causa;
2) La materia è costruita a partire dai “quanti”, ma il “quanto” non è materiale;
3) Tutto ciò che si può vedere è invisibile alla sua radice, che è il “quanto”;
4) Prima di potere localizzare un “quanto”, esso si mantiene in una serie di “posizioni” o possibilità possibili;
5) Due particelle subatomiche separate nello spazio perfino da milioni di anni luce comunicano istantaneamente, il che implica che “parlano” tra loro più velocemente della velocità della luce. Ciò sfugge a tutte le spiegazioni conosciute;
6) Gli eventi quantici possono andare avanti o indietro nel tempo;
7) Se si oltrepassa la soglia quantica, lo spazio, il tempo, la materia e l’energia svaniscono. Senza il campo quantico non esisteremmo, non saremmo esseri viventi qui. La realtà quantica è senza tempo, quindi, non finisce mai la nostra evoluzione.
di Francesca Romana Fantetti