Riciclo dei pannelli solari: le nuove linee guida per il corretto smaltimento

venerdì 9 febbraio 2024


Nell’era della transizione verde, l’industria del fotovoltaico si trova di fronte a una sfida cruciale: cosa fare dei pannelli solari quando hanno esaurito il loro ciclo di vita? Una domanda che non solo interpella la sostenibilità ambientale ma apre anche scenari innovativi per l’economia circolare.

SolarPower Europe, l’associazione che rappresenta il settore solare a livello europeo, ha recentemente reso note le proprie linee guida dedicate alla gestione dei pannelli solari a fine vita (EoL). Queste raccomandazioni sono il risultato del lavoro sinergico di oltre trenta esperti del Lifecycle Quality Workstream dell’associazione, che hanno condiviso conoscenze ed esperienze per definire le migliori pratiche in questo ambito, con l’obiettivo di promuovere una crescita sostenibile all’interno del settore. Walburga Hemetsberger, Ceo di SolarPower Europe, ha sottolineato l’importanza del fotovoltaico come pilastro della transizione verde in Europa, evidenziando come il rapporto miri a sostenere il settore nella gestione responsabile dei pannelli solari giunti al termine del loro ciclo di vita e a contribuire alla resilienza futura del settore. Le linee guida si focalizzano sui diversi obblighi e requisiti normativi vigenti a livello europeo, tra cui spiccano il principio della Responsabilità Estesa del Produttore (Epr), la Direttiva quadro sui rifiuti, la Direttiva Raee, e la Direttiva Batteria, destinata a essere aggiornata con le nuove disposizioni del Regolamento Batterie. Viene anche menzionato il Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (Ppwr), oltre alle normative sull’ecodesign.

Le linee guida evidenziano che i moduli fotovoltaici vengono classificati come rifiuti quando perdono la capacità di svolgere la loro funzione originaria, anche dopo tentativi di riparazione. Tuttavia, si precisa che il termine della vita utile di un pannello solare non coincide necessariamente con la sua classificazione come rifiuto. Infatti, quando un modulo fotovoltaico conclude il proprio ciclo vita tecnico, che generalmente dura almeno 25 anni, si stima che mantenga circa l’80 per cento della sua capacità produttiva iniziale, offrendo la possibilità di essere riutilizzato o di ottenere una seconda vita. Il riciclo rappresenta la destinazione finale per i pannelli solari a fine vita, ma attualmente pone delle sfide significative.

Secondo le stime di SolarPower Europe, i rifiuti fotovoltaici costituiranno una frazione importante (dal 4 per cento al 14 per cento) della capacità di generazione elettrica totale entro il 2030, con una proiezione che va dai 60 agli 80 milioni di tonnellate entro la metà del secolo.

Esistono tre principali processi di riciclo – meccanico, chimico e termico – che tuttavia tendono a produrre materie prime seconde con livelli di purezza e integrità inferiori rispetto ai materiali originali, specialmente per quanto riguarda il vetro solare. Ad ogni modo, prima di considerare il riciclo, una delle strade percorribili è il riuso dei pannelli fotovoltaici, a condizione che questi ultimi mantengano standard tecnici adeguati per un riutilizzo efficace. Esempi includono la garanzia di una soglia minima di produzione elettrica e la presenza di una carta d’identità che ne faciliti la preparazione al riutilizzo.

In Europa, già esistono modelli circolari B2b e B2c per il settore fotovoltaico, con piattaforme online che facilitano il commercio di seconda mano, giocando un ruolo fondamentale nella promozione di questa pratica. L’associazione sottolinea, infatti, l’importanza del sostegno allo sviluppo tecnologico per migliorare l’efficacia del riciclo e valorizzare i materiali recuperati dai moduli fotovoltaici dismessi, specificando come la qualità di questi materiali sia cruciale per massimizzarne il valore potenziale.

(*) Presidente Ripensiamo Roma


di Donato Bonanni (*)