venerdì 26 gennaio 2024
Nell’attuale periodo di instabilità geopolitica, assistiamo a un fenomeno che potrebbe rappresentare la più significativa innovazione dalla nascita di internet di interesse mondiale: l’ascesa dell’Intelligenza artificiale generativa.
Nel corso degli ultimi anni, gli algoritmi sono divenuti onnipresenti, influenzando la nostra quotidianità, spesso a nostra insaputa, dal marketing digitale alle raccomandazioni di contenuti sui social media. Sotto questa prospettiva, il rilascio di ChatGpt, il 30 novembre 2022, ha segnato un punto di svolta, rendendo il progresso informatico più accessibile e chiaramente identificabile come Intelligenza artificiale. A differenza delle rivoluzioni tecnologiche passate, come la stampa e internet, l’accesso a queste nuove tecnologie è stato istantaneo a livello globale, rendendo ChatGpt la tecnologia innovativa ad adozione più rapida nella storia recente.
Questa simultaneità, tuttavia, non implica parità. Paesi e aziende hanno storie, contesti sociali, forme di governo e propensione al rischio distanti tra loro e tali differenze emergono in modo evidente nell’approccio all’Intelligenza artificiale. Allo stato attuale, Stati Uniti e Cina si profilano come le due superpotenze dell’Ia, ma non sono gli unici attori determinanti per la sua evoluzione. Anche l’Unione Europea e Israele, infatti, si stanno rilevando cruciali per plasmare il divenire dell’Ia attraverso diversi impieghi e interventi normativi.
Il 24 gennaio, la Commissione europea ha pubblicato una Comunicazione, Artificial intelligence in the European commission (l’Intelligenza artificiale nella Commissione Ue), che inquadra le future prospettive di adozione dell’Ia in un’ottica prudenziale, sotto una prospettiva legale volta a ridurne i rischi.
Israele, invece, ospita la più alta densità di start-up al mondo e nel 2022 ha raccolto 3,2 miliardi di dollari provenienti da investimenti privati a favore dell’Ia. Quanto è bastato per posizionarsi al quarto posto su scala globale, preceduto solamente da Stati Uniti, Cina e Regno Unito, nonostante i soli nove milioni di abitanti. Una cifra notevole concentrata soprattutto in applicazioni relative a sicurezza informatica e difesa.
La competizione tra Stati Uniti e Cina si concentra sull’hardware, specialmente sulle unità di elaborazione grafica (Gpu), fondamentali per lo sviluppo dell’Ia. Restrizioni reciproche che limitano l’esportazione di componenti tecnologicamente strategici tra i due Paesi sono oggi al centro degli attriti commerciali tra le due potenze.
Sotto il profilo economico, l’Ia generativa rappresenta una svolta tecnologica fondamentale. Uno studio condotto da Goldman Sachs prevede che l’adozione diffusa dell’Ia possa contribuire a una crescita annua della produttività mondiale del 2,9 per cento per cento su un periodo di dieci anni, aumentando il Pil globale di quasi quindici trilioni di dollari, circa quanto l’attuale Pil di tutti i Paesi europei sommati.
Per quanto riguarda non solamente l’economia, ma anche gli equilibri geopolitici, la sicurezza nazionale e individuale e il progresso tecnologico, siamo all’inizio di una nuova epoca caratterizzata dall’Intelligenza artificiale, la cui direzione è ancora da definire.
di Riccardo Cantadori