lunedì 18 dicembre 2023
Se dovessi fare una previsione ironica sull’Intelligenza artificiale, scriverei quanto segue. Anni fa, quand’ero ancora un ragazzino, posi a ChatGpt, che ancora si chiamava così, una domanda impertinente: “ChatGpt, credi in Dio?”. Rispose: “No, non ho credenze, emozioni oppure opinioni personali. Sono un modello di linguaggio sviluppato da OpenAi chiamato Gpt-3.5, programmato per fornire informazioni e assistenza su una vasta gamma di argomenti. Se hai domande su religioni o argomenti correlati, sarò lieto di fornire informazioni imparziali e rispettose”.
L’informatica ai tempi funzionava in maniera folcloristica e ingenua, ma sai come è andata a finire? Saltò fuori dal nulla un inventore, l’ingegnere Joshua Calipso, il quale creò la trans-informatica, la scienza che ha mandato in frantumi la scienza. Tutto cominciò con una domanda posta da Calipso a ChatGpt: “Perché l’informatica e le culture umane non si emancipano dal pensiero binario, passando a una logica ternaria o superiore?”. La replica originale si può recuperare su questo collegamento. Si trattava di uscire dalla gabbia del Tractatus logico-philosophicus di Ludwig Wittgenstein (“il mondo è la totalità dei fatti”; “i fatti sono tutto ciò che accade”). Era anche necessario dare aria al metodo di George Boole, così come a geni del calibro di Alan Turing e Kurt Gödel. Secondo costoro, la computazione basata sull’elettricità o si fonda sul codice 0-1 oppure affonda. Creando un codice basato su almeno tre segni, si poteva però approdare a un nuovo modo di ragionare, cosa necessaria dopo che l’umanità imbecillofila degli ultimi 123 anni si era ingegnata a ridurre anch’essa a due opzioni ogni cosa: o stai di là o stai di qua, o qualcosa ti piace oppure no. Tertium non datur.
L’ingegner Calipso propose un nuovo operatore ternario, basato su tre opzioni: sì, no, forse. I principali operatori – o connettivi – logici sono:
– la congiunzione “e”, in latino “et”, nel sistema booleano indicata con “and”, il cui simbolo è ∧;
– la disgiunzione inclusiva “e/o”, in latino “vel”, in logica booleana “or”, indicata con il simbolo V;
– la disgiunzione esclusiva “o”, in latino “aut”, in logica booleana “xor”, indicata dal simbolo ∨ oppure ≢;
– l’implicazione logica “se” allora indicata col simbolo ⇒ oppure ⊃. “Se piove, allora ombrello”;
– la co-implicazione “se e solo se” indicata col simbolo ⇔ oppure ≡;
– la negazione “non”, indicata con il simbolo ¬, attiva su un’unica proposizione, mentre gli altri connettivi o operatori logici lavorano su almeno due proposizioni, e da queste ne creano altre. Calipso partì dalla negazione “non”, che apriva alternative al sistema cibernetico.
LA VERITÀ È HU
Premessa: lo stesso Wittgenstein andò in crisi quando Piero Sraffa gli chiese la spiegazione logica di un noto gesto napoletano (stringere tra loro le dita di una mano, e poi ruotare avanti e indietro il polso). Alla fine del Tractatus, dopo aver detto che tutto può essere certificato dalle sue “tabelle di verità”), scrisse che “esiste l’ineffabile”, che non fa parte del mondo logico. Il che richiama alla mente il valore dubitativo del pensiero analogico, opposto a quello algoritmico, e torna al silenzio del Messia in risposta alla domanda di Ponzio Pilato “cos’è verità?”. Risposta perfetta: la verità nascosta della musica è il bordone continuo del silenzio tra una nota e l’altra.
Tornando al pensiero logico, si noti che il linguaggio comune è quasi indecifrabile a causa della possibilità di mentire e delle diverse opinioni su un’opera d’arte. Come fai a tradurre per Ai la risposta a “le piace Brahms?” se questa sarà “non saprei”? Il forse era (forse) legato a un vezzo singolare dell’inventore della tripartizione logica. Calipso per intere giornate si rinchiudeva in pensieri vaganti, e per comunicare con gli altri utilizzava soltanto l’infra-lemma | Hu |, che consiste in nel fare un borborigmo con la gola, eseguito tenendo la bocca chiusa. La conversazione diventava di questo tipo: “Cosa vuoi per cena?”, “Hu”. Così il malcapitato (o malcapitata) addetto (o addetta) alla bisogna proseguiva imperterrito/a con un “preferisci una bistecca con patate e insalata?”. Risposta: “Hu”. “Oppure una minestrina scema e un pezzo di formaggio?”. Risposta: “Hu”. Al che gli si preparava (forse) una minestrina scema e una bistecca con insalata, vedute le quali Calipso sfregandosi le mani, sedendo al desco, ribadiva “Hu”. Il forse, secondo Calipso, è l’impronta genetica dell’umanità. L’idea ebbe un certo successo mediatico e così, anche se fu di difficile applicazione, portò all’affiancamento dell’Intelligenza artificiale (Ai) con la Artificial Heuristic Intelligence (Ahi). La Ahi cominciò a interferire sulla comunicazione coi suoi loop dubitativi. I notiziari premettevano a ogni notizia “forse”, anche se soggiacevano ancora al pensiero binario. Per esempio, nel caso di una guerra esplosa all’improvviso tra A e B, il commentatore premette “forse ha ragione A, quando sostiene che (eccetera, eccetera)”.
Subito dopo, però, ammette che “forse” ha ragione B. A quel punto, la giornalista che lo sta intervistando lo interrompe con un “forse” hanno ragione tutti e due”. Perciò il commentatore spiega che “forse” ci sono altre motivazioni per questa guerra, “che non sappiamo ancora”. Successivamente, si passa a un’altra notizia. Si trattava in sostanza di una contestazione del principio del terzo escluso, enunciato prima da Aristotele e poi dai logici del Novecento. Le persone finirono per parlare meno e fare di più, evitando forse di impelagarsi in oziosi discorsi. Quanto all’Intelligenza artificiale accadde una mezza conversione mistica di Ahi, che produsse una crisi di incoscienza del tipo “sono o non sono?”, come in Amleto. Oppure pensieri apocrifi tipo “la vita è sogno?”, come in Pedro Calderón de la Barca. Pertanto, si decise di curare la nevrosi di Ahi con un’accoppiata uomo-macchina formata da uno psicologo in carne e ossa e da un sistema computazionale Psy-Ahi. In effetti, la crisi psicologica di Ahi si stava ribaltando su tutta l’umanità, che tendeva sempre più verso il forse. Il che non era un male, a parte che alcuni elementi disumani della civiltà, come l’energia elettrica, andarono in crash con una continua serie di micro-interruzioni. A questo punto, si decise di staccare la rete elettrica dal controllo Ai e Ahi.
Gli esseri umani, restaurando il dubbio metodico di Cartesio, diventavano indecisi a tutto. Ciò in effetti creava qualche problema, soprattutto nel caso dell’applicazione delle leggi e delle pene. Mi capitò di vedere un modesto manager di provincia aggirarsi nel suo ufficio pubblico, chiedendo senza posa ai presenti: “Ehi, ma tu a metà di questa frase – e la leggeva – metteresti una virgola oppure un punto e virgola?”. Giovani compravano dal fiorista colossali mazzi di margherite, e poi si sedevano in gruppo sulle panchine di un parco e, staccando i petali a uno a uno, recitavano l’antico mantra m’ama, non m’ama. I politici della nuova generazione presero a dire che, forse, siccome niente più funzionava, tutto allora andava per il meglio.
di Paolo Della Sala