Videogiochi: chi è on-line?

venerdì 10 febbraio 2023


3,1 miliardi di persone giocano ai videogiochi, quasi la metà della popolazione mondiale. Un dato che colpisce, soprattutto se vengono analizzati i numeri di ogni continente. In Asia, per esempio, i gamer sono 1,48 miliardi, mentre in Europa sarebbero 668 milioni. La Cina, nel 2019, ha deciso di limitare il tempo consentito ai più giovani davanti agli schermi, vietando ai minori di giocare on-line tra le 22 e le 8 nei giorni feriali, con il permesso di giocare – per 90 minuti di seguito e per massimo tre ore al giorno – nei giorni festivi e nei fine settimana.

Ma nessun videogiocatore è uguale agli altri: sono moltissime le modalità in cui si può fruire dei videogiochi. Per prima cosa, la scelta dell’hardware su cui cimentarsi. Una ricerca di finances online mostra che negli Stati Uniti il 56 per cento dei millennials gioca su Pc, mentre il 77 per cento della Generazione Alpha e della Gen Z (ovvero i nati dalla fine degli anni Novanta fino a oggi) preferisce le console. L’età dei gamer negli Usa è mediamente compresa tra i 35 e i 44 anni, ma il 38 per cento dei giocatori ha dai 18 ai 34 anni. Quella dei videogiochi, però non è una passione solo per giovani: in Nordamerica il 15 per cento degli appassionati ha più di 55 anni.

Con l’età, cambiano anche i gusti e le modalità del gioco. Per esempio, il 54 per cento dei giocatori di 18 anni o più, preferisce il gioco a squadre. Poi, solo il 33 per cento di questi preferisce giocare in rete, con un restante 77 per cento che predilige il single player. Il gioco off-line sta tornando alla ribalta, grazie a tantissimi nuovi capitoli basati sullo sviluppo e sul potenziamento del personaggio, mentre i giochi on-line rimangono tendenzialmente nelle mani dei giovanissimi che, anche a causa della pandemia, li usano come un pretesto per stare “insieme”. Un altro deterrente del multiplayer è, talvolta, la tossicità dell’ambiente e dei giocatori, che sono spesso rei di incitare l’odio nelle chat delle stanze virtuali. Per ultima, l’Electronic Arts ha deciso di sperimentare nuovi modi per punire tutti coloro che non si attengono alle regole di condotta dei suoi videogiochi.

L’idea alquanto originale del publisher, tra gli altri, di Fifa, Madden (il gioco ufficiale della Nfl) e Dead Space Remake, è quella di proporre un gameplay “punitivo” per chi mostri dei comportamenti tossici all’interno dei videogiochi. Ad oggi, chi viola le regole di comportamento va incontro a qualche ora di ban oppure a dei matchmaking (la preparazione prima di una partita) più lunghi. EA vorrebbe creare delle esperienze alternative di gioco, nate a posta per educare i giocatori e spingerli a non commettere più determinate infrazioni.


di Zaccaria Trevi