martedì 31 agosto 2021
L’innovazione dell’agricoltura consegna ai contadini della nostra contemporaneità immensi risultati e nuove prospettive solo se i nuovi aspetti tecnologici, gli esiti della ricerca e le esigenze economiche delle imprese verranno coordinati con la forza della tradizione e della tutela delle tipicità autoctone, basilari nel nostro Paese. L’agricoltura 4.0 punta sempre più sullo sviluppo di sensori digitali e su processi tecnologici da attuare grazie all’utilizzo di sistemi satellitari, telecomunicazioni e ricerca aerospaziale.
La recente analisi sviluppata da Coldiretti Varese sull’utilizzo dei droni e dell’innovazione tecnologica in agricoltura ha suscitato enorme entusiasmo e nuove dinamiche che innescano curiosità e creatività sul loro utilizzo per le aziende agricole. L’utilizzo dei droni permette trattamenti mirati nei vigneti e nella gestione oculata dell’irrigazione nelle grandi e medie colture, una diffusione ragionata di insetti utili in frutticoltura e interventi a impatto zero per il risparmio energetico in campo orticolo. Le riflessioni e le analisi frutto degli esperti e degli innovatori confermano le potenzialità dell’agricoltura 4.0 per sostenere un settore che vale oltre 450 milioni di euro e che può rappresentare uno strumento strategico per l’economia dopo l’emergenza sanitaria.
La novità è rappresentata dalla ricerca satellitare e dagli innovativi esperimenti aerospaziali che, mentre continuano ad appassionare studiosi, professionisti e studenti sulla scoperta dell’universo, sui nuovi pianeti e le galassie, risultano essere sempre più utili qui sulla Terra e per il lavoro di agricoltori e imprenditori agricoli. In sostanza, l’applicazione concreta delle ultime novità legate all’agricoltura di precisione evidenzia l’emergere di nuovi campi di applicazioni da sviluppare non solo sui trattori per delimitare perfettamente le semine in campagna o procedere alla lavorazione dei terreni senza sbavature, ma anche una costante richiesta di alta tecnologia sui campi con lo sviluppo di produzioni nazionali da legare all’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla minimizzazione degli impatti ambientali con sementi, fertilizzanti e agro-farmaci, fino al taglio dell’uso di acqua e carburanti.
Un collegamento sempre più capillare fra intelligenza artificiale e ricerca scientifica, la forza di programmi che vengono messi a punto dopo aver testato accuratamente gli effetti dell’irrigazione, dei minerali, dei livelli di umidità e delle variazioni dell’illuminazione sulle coltivazioni. Inoltre, assistiamo alla crescita di sistemi integrati per la gestione on line dell’azienda agricola con lettura in tempo reale dello stato di salute delle coltivazioni, dati su previsioni meteo e temperature, fertilità dei terreni e stress idrico. Nei prossimi anni e decenni dovremo affrontare sfide decisive per il pianeta e per l’accesso all’alimentazione. Tematiche che Gi & Me Association affronta con determinazione nel coniugare agricoltura, innovazione, digitalizzazione e ricerca aerospaziale. L’innovativa visione dell’Associazione, presieduta dall’ingegnere Franz Martinelli, continua nella sua opera di diffusione delle potenzialità di un approccio al food e all’azienda agricola che sia smart, altamente hi-tech e che sappia guardare alla valorizzazione delle eccellenze autoctone del Mediterraneo.
Massimo Comparini, amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia e membro di Gi & Me Association ha ribadito l’importanza e l’essenza di tale visione sostenendo che “il cambio climatico, la riduzione delle emissioni nell’atmosfera, la gestione delle risorse del pianeta, la deforestazione, il livello di salute degli oceani e delle acque dolci, l’agricoltura sostenibile e più produttiva sono delle nuove sfide. Ognuna di queste sfide è e sarà una battaglia dura che solo la consapevolezza di tutti noi a livello individuale e collettivo ci consentirà di affrontare e di vincere. Il complesso delle interazioni tra gli ecosistemi e l’interdipendenza di essi ne fanno una sfida epocale, e non è una esagerazione, per l’umanità. Dovremo usare al meglio tutte le tecnologie che l’intelletto umano ha sviluppato e metterle al servizio del pianeta – ha continuato – non abbiamo un pianeta B, e con tutto il rispetto delle nostre ambizioni nella esplorazione spaziale. Dobbiamo proteggere la nostra casa, ora. Spero vivamente, e dobbiamo operare affinché ciò avvenga, che in questo contesto l’economia spaziale e la contaminazione con l’evoluzione digitale possa contribuire a creare l’infrastruttura necessaria per un pianeta sostenibile”.
La ricerca spaziale e i nuovi studi in tale ambito possono generare visioni e concrete opportunità per un’agricoltura sostenibile, un accesso al cibo per tutti e un contrasto all’utilizzo di sistemi non sostenibili e non più applicabili nel nostro tessuto economico, agricolo e sociale.
di Domenico Letizia