Intelligenza artificiale: la risposta italiana alle sfide del futuro

giovedì 8 luglio 2021


Costruire una comunità di giovani ricercatori, distribuiti in tutto il territorio nazionale, per dare impulso allo sviluppo tecnologico e l’innovazione di imprese e società; favorire lo scambio di esperienze e di competenze multi-disciplinari attraverso i nodi della rete e la mobilità didattica; integrare e rafforzare la rete italiana di centri di ricerca di Intelligenza artificiale (Ai), in rapporto con le iniziative europee del programma Ict-48-H2020 Towards a vibrant European network of AI excellence centres.

Questi sono i tre obiettivi del Dottorato nazionale in Intelligenza artificiale il cui primo ciclo prenderà avvio nel novembre 2021. Il progetto, promosso dal Cnr (Centro nazionale di ricerca) e dal Mur (Ministero dell’Università e della ricerca), è articolato in cinque dottorati federati, ciascuno indirizzato ad un’area di specializzazione in uno dei settori strategici di sviluppo delle Ai, e in una base comune a tutti i dottorandi, concentrata sui fondamenti e sullo sviluppo di questa tecnologia. Ben 61 Enti e università sono state coinvolti in questo progetto, con cinque istituti nominati capifila per ciascun settore specialistico e strategico: industria 4.0 (Politecnico di Torino), società (Università di Pisa), sicurezza e cyber-security (Università La Sapienza di Roma), salute e scienze della vita (Università Bio-campus di Roma) e, infine, agricoltura e ambiente (Università Federico II di Napoli).

 

La scelta dei percorsi di studio e ricerca di questo dottorato nazionale dimostra un occhio attento al presente e uno sguardo rivolto al futuro. Tematiche come l’ambiente, la salute e la cyber-security sono molto attuali. Basti ricordare il movimento Fridays for future, lo scandalo di Cambridge Analytica e la pandemia ancora in corso per comprendere come questo progetto nasca in risposta ad esigenze molto sentite, non solo in ambito puramente accademico.

Ne è riprova il tema della Trustworthy Ai, l’intelligenza artificiale degna di fiducia, una delle componenti comuni a tutti i dottorati ed elemento di grande importanza anche per l’Unione europea. La via continentale della Human-centred Ai, predominante anche a livello internazionale, prevede che i sistemi di Ai pongano al centro i diritti, i valori e il benessere dell’individuo e della collettività.

La fiducia nella tecnologia dell’Ai è fondamentale e tre iniziative legali sono state proposte dalla Commissione per rendere l’Europa un luogo sicuro e innovation friendly per lo sviluppo dei nuovi sistemi Ai. La Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale, sviluppata dal Mise nel 2020, si è allineata agli stessi principi e comprende una sezione in cui sono elencate iniziative e obiettivi che puntano a creare un ecosistema basato sulla fiducia e il coinvolgimento dei cittadini, così da permettere l’assorbimento nel tessuto sociale delle novità definite disruptive, come macchine a guida autonoma o robot sempre più presenti nella quotidianità.

Certo, siamo ben lontani dalle fantascientifiche intelligenze artificiali capaci di mettere a repentaglio l’esistenza della razza umana, come la celebre Skynet o i Razziatori di Mass Effect¸ ma l’accettazione sociale di questa nuova realtà si rivela fondamentale per garantire uno sviluppo della tecnologia e, contemporaneamente, prevenire l’aumento delle disuguaglianze sociali. Come non ricordare, a tal proposito, tutte le polemiche fioccate attorno alla tecnologia 5G o al fatto che molti studenti italiani non avessero accesso a portatili o computer per seguire la didattica a distanza: entrambi esempi che fanno notare come vi sia una sfiducia verso le tecnologie più avanzate e, di pari passo, un accesso limitato persino a ciò che dovrebbe essere ormai parte integrante della quotidianità.

Il Dottorato nazionale si presenta come la risposta italiana alle sfide tecnologiche del futuro. Un programma d’eccellenza, capace di far competere il Paese ad armi pari con le altre nazioni europee che hanno già iniziato a investire cifre considerevoli nello sviluppo delle Ai. Un rigoroso processo di selezione per assegnare le 194 borse di studio disponibili e il sostegno di organizzazioni statali ed Enti di ricerca permetteranno di formare una nuova categoria di esperti, tra le cui mani verrà posto il futuro dell’hi-tech del Belpaese.


di Filippo Jacopo Carpani