lunedì 1 giugno 2020
La pandemia e le sue conseguenze hanno innegabilmente trasformato molte delle nostre abitudini e l’ambito domestico, dove la maggior parte di noi è stata costretta a restare a lungo, è certamente quello che ha subito le modificazioni più significative soprattutto per ciò che riguarda il rapporto con Internet e i social media.
È evidente, infatti, che lo smart working, le videolezioni, la ricerca del contatto con persone lontane, il desiderio di svago, la ricerca di informazioni e l’acquisto di beni, siano tutti motivi ricorrenti che ci hanno spinti durante il lockdown a ricorrere molto spesso ai nostri device: smartphone, tablet o pc.
Ed è proprio questo aspetto che è stato analizzato dall’analisi periodica di Data2020 di Wearesocial dalla quale emerge che negli ultimi tre mesi, che coincidono con le misure di quarantena in casa, il mondo è profondamente cambiato proprio per quanto riguarda l’utilizzo della Rete e dei social media.
Dai dati, ad esempio, emerge che negli ultimi 12 mesi sono state 300 milioni in più le persone che hanno utilizzato Internet: 4,57 miliardi di navigatori (su un totale di circa 7,77 miliardi di persone), con aumento del 7 per cento rispetto ad aprile dello scorso anno. E se spostiamo l’attenzione sui social media, l’incremento è ancora più rilevante con quasi il nove per cento in più per un totale di 3,81 miliardi di utenti. Si tratta del 49 per cento della popolazione mondiale: se dovessimo ipotizzare che questo trend rimanga stabile, significherebbe poter prevedere che verso la fine dell’anno, la penetrazione dei social media raggiungerà il 50 per cento della popolazione mondiale.
Gli stessi utenti riconoscono di utilizzare molto di più il proprio device rispetto al periodo antecedente la pandemia e si riferisce principalmente allo smartphone, il cui utilizzo nell’ultimo anno è cresciuto di 128 milioni di utenti unici, per un totale di 5,16 miliardi di persone. Questo significa che circa i due terzi della popolazione mondiale usa uno smartphone.
Per quanto riguarda i social media, i primi tre Paesi in cima alla classifica per utilizzo sono le Filippine, in cui ben il 64 per cento della popolazione dichiara di aver aumentato nel mese di aprile il tempo passato sui social, il Brasile, il Sudafrica. I meno colpiti, il Giappone e la Germania con rispettivamente il 23 e il 26 per cento. L’Italia si trova a metà classifica, con il 45% degli utenti che dichiara di aver incrementato l’uso dei social network.
Se invece si fa riferimento all’utilizzo di videochiamate collettive attraverso Facebook, ecco che l’Italia, insieme alla Spagna, balza in testa con un incremento del 1000 per cento: non solo la piattaforma di videochiamate Zoom ha visto un incremento di 200 milioni di nuovi utenti al giorno dall’inizio della crisi, ma c’è stato anche un 70 per cento in più di utilizzo delle altre app di Facebook, tra cui Tik Tok, WhatsApp e Instagram.
Per quanto riguarda poi i contenuti consumati on-line, il settore in maggiore crescita in termini di tempo di fruizione è quello dei film e dei contenuti in streaming con un boom di abbonamenti sulle piattaforme più popolari tra cui Netflix e Disney+, mentre il settore in cui gli utenti dichiarano di aver aumentato abbondantemente il proprio tempo on-line sono le informazioni con un 35 per cento in più rispetto a prima del lockdown.
Naturalmente è difficile prevedere quanto queste abitudini rimarranno invariate anche dopo la riapertura, ma tra il 10 ed il 20 per cento degli utenti già dichiarano che non modificheranno nuovamente le loro abitudini digitali acquisite finora.
di Chiara Gulienetti