mercoledì 1 aprile 2020
Di smart city, città intelligente, si discute da anni, ma spesso l’approccio alla tematica è molto superficiale e per nulla dettagliato. La smart city è una città intelligente 4.0 che gestisce le risorse in modo “smart”, mirando a diventare economicamente sostenibile ed energeticamente autosufficiente, ed è attenta alla qualità della vita e ai bisogni dei propri cittadini. Una città intelligente, che sa stare al passo con le innovazioni e con la rivoluzione digitale. Smart city significa allargare e implementare le connessioni wi-fi nei luoghi più disparati, sviluppare infrastrutture “intelligenti”, strade percorse da auto a guida autonoma, incroci regolati da semafori intelligenti, un alto livello di tecnologia high-tech e digitalizzazione dell’apparato burocratico.
Città sostenibili in cui gli oggetti si scambiano informazioni tra di loro, o dove gli impianti di illuminazione sono in grado di riprodurre la luce del giorno. Ma anche dove è possibile produrre alimenti in maniera innovativa e praticare una mobilità sostenibile fatta di bike sharing, car sharing e auto ibride o elettriche. Secondo le statistiche di Eurostat, oggi il 75 per cento della popolazione europea vive nelle città. Un dato destinato a crescere anche a livello mondiale. Stando ai rapporti delle Nazioni Unite, entro il 2050 il 70 per cento della popolazione globale vivrà in città.
Allo stesso tempo, e pur occupando uno spazio al 2-3 per cento del totale terre emerse, per via di questa concentrazione di persone e attività, le città sono responsabili del 70 per cento delle emissioni di anidride carbonica e sostanze inquinanti nonché di un’importante consumo energetico e hanno quindi un forte impatto sui cambiamenti climatici. Per questo motivo, il modello di smart-city contemporaneo deve svilupparsi accanto agli obiettivi di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale, inseguendo gli obiettivi che sono chiaramente espressi nell’Agenda 2030.
I primi dati della quinta edizione dello Smart city index di Ernst & Young (EY), che analizza le 109 città capoluogo italiane in termini di reti di infrastrutture, innovazione e servizi di qualità ai cittadini e che quest’anno dedica un focus particolare alla sostenibilità urbana, hanno elaborato un quadro completo della situazione italiana.
I dati riportati dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile mostrano che le infrastrutture urbane delle città italiane sono sempre più orientate alla sostenibilità, a basso impatto ambientale, con minori emissioni di carbonio, decongestionamento del traffico e diminuzione dei tempi di percorrenza in ambito urbano. Questo trend riguarda soprattutto tre reti su cui si basa il funzionamento delle città: le reti di trasporto, le reti energetiche e le reti ambientali.
Trento risulta essere la città con le infrastrutture più sostenibili.
Nei primi cinque posti della classifica ci sono tre città metropolitane del Nord Italia: Torino (2°), Bologna (3°) e Milano (5°). Mantova, al 4° posto, è la città più sostenibile tra quelle con una popolazione inferiore agli 80mila abitanti. Nella top dieci ci sono anche, in ordine, Bolzano, Brescia, Bergamo, Pordenone e Ferrara. Le città di medie dimensioni dominano la classifica, con molte città nella top 20: Modena, Parma, Udine, Reggio Emilia, Padova, Treviso, Monza, Cuneo, Cremona e Firenze. Scorrendo la classifica, occorre arrivare al 36esimo posto per trovare una città del Sud Italia. Lecce registra il miglior risultato di tutto il meridione, Bari è 45esima, Napoli 62esima.
L’analisi dettagliata degli indicatori relativi alle singole reti infrastrutturali mostra ad esempio che, nel caso dei trasporti, tutti gli indicatori relativi alla mobilità sostenibile presentano un costante aumento negli ultimi sei anni. La mobilità elettrica registra gli incrementi più significativi, con le colonnine di ricarica che raddoppiano ogni due anni. Le auto elettriche ed ibride sono triplicate negli ultimi quattro anni. Aumentano anche le iniziative, da parte delle città, per incentivare il parco auto ecologico, come la possibilità per le auto elettriche di accedere alle Ztl oppure di non pagare la sosta nelle strisce blu.
Le reti energetiche mostrano un trend in crescita verso la sostenibilità: l’illuminazione pubblica si sta rimodernando, con i lampioni a led che hanno raggiunto il 36,5% del totale, il triplo rispetto a due anni prima. Cresce la produzione di energia rinnovabile nelle città: negli ultimi cinque anni il fotovoltaico è aumentato del 17,4%, l’eolico del 31% e quella da bioenergie del 52 per cento. Il teleriscaldamento ha raggiunto 42 città capoluogo, prevalentemente al Nord. Crescono anche gli interventi di riqualificazione edilizia, che negli ultimi sette anni hanno riguardato 2.859 edifici nei Comuni capoluogo. Bologna, con 248 edifici, guida la classifica delle città con il maggior numero di interventi. Invece per quanto riguarda le reti idriche, le perdite idriche ammontavano al 37,3%, in leggera diminuzione rispetto al 39,1% del 2016, ma gli investimenti sono ancora insufficienti.
Quello che risulta più evidente dall’analisi dei dati del rapporto è l’immenso divario in termini di smart city presente tra le città del Nord Italia e quelle del Sud della nostra Penisola.
di Domenico Letizia