giovedì 4 luglio 2019
Lo spunto è partito da una recente ricerca statunitense del Pew Research Center secondo la quale ben il 95 per cento dei ragazzi ha accesso ad uno smartphone, il 45 per cento di essi riconosce di essere online quasi costantemente e che un adolescente su due è consapevole del fatto che il suo screen time (cioè il tempo che trascorre sul suo device) è eccessivo e cerca di adottare dei provvedimenti per riuscire a limitarlo.
Ed è cosi che ha preso forma l’indagine “Have your say” condotta da Telefono Azzurro e Doxa Kids, presentata in occasione del “Safer Internet Day 2019” in Regione Lombardia alla presenza del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti e del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, per mettere in luce il rapporto fra adolescenti e web e la percezione che hanno dei social network.
Il campione si è basato su 611 adolescenti tra i 12 e i 18 anni, ripartiti precisamente tra 49 ragazze e 51 ragazzi. Dai risultati emerge che ben il 96 per cento di essi sceglie lo smartphone come strumento per stare on-line e che l’applicazione più utilizzata è Whatsapp, tanto che addirittura l’84 per cento dei ragazzi comunica con i propri genitori proprio attraverso questo canale. Come tempo speso nell’utilizzo dei social in generale, la maggioranza del campione, il 64 per cento, rimane connesso per più di un’ora al giorno, oscillando tra le due tre ore al giorno del 43 per cento, fino all’estremo del “sempre connesso” che riguarda il 4 per cento.
Ma social a parte, che cosa fanno gli adolescenti quando sono davanti allo schermo del loro cellulare? Molti di loro dichiarano di ascoltare la musica, giocare e guardare tv o serie. Queste ultime sono seguite in streaming da ben il 62 per cento dei ragazzi, senza significative differenze tra i generi ed attraggono soprattutto per l’autonomia della fruizione e per le tematiche affrontate, molto spesso vicine alle problematiche delle fasce di età pre-adolescenziali e adolescenziali, tra cui le relazioni interpersonali, le dipendenze, la vita sessuale e la costruzione dell’identità.
Tutte queste attività, contribuiscono a generare una rete sociale virtuale che diventa parte integrante della vita degli adolescenti ma di cui gli effetti sono ancora in gran parte sconosciuti, perché se da un lato è possibile sfruttare gli aspetti positivi di queste tecnologie, dall’altro la sfida è quella di dotare i giovani degli strumenti idonei per non esserne sovrastati e riceverne effetti negativi.
Chiedendo ai ragazzi stessi circa l’impatto positivo o negativo dei social, il 32 per cento del campione ritiene di riceverne un effetto soprattutto positivo, il 55 per cento né positivo né negativo, mentre il restante 13 per cento avverte un’influenza negativa dei social sulla loro vita. Tra questi effetti negativi, emergono soprattutto le paure legate all’utilizzo della rete: si tratta in alcuni casi di cyberbullismo, in altri di paura per la propria privacy violata, passando per l’eccessiva distrazione dallo studio e dalla vita reale fino alla vera e propria dipendenza dai social.
Questa ricerca ha favorito quindi la nascita di un protocollo d’intesa tra il Miur e Telefono Azzurro volto allo sviluppo dell’educazione digitale e al contrasto al bullismo e cyberbullismo ed ogni forma di dipendenza attraverso la promozione di progetti culturali e azioni di educazione sull’uso consapevole di Internet e delle nuove tecnologie.
di Chiara Gulienetti