Ancora guai per Apple

giovedì 22 ottobre 2015


L’azienda statunitense infatti, dopo averla fatta franca con Samsung in varie battaglie legali, secondo quanto deciso da un giudice forense, dovrebbe versare centinaia di milioni di dollari all’università di Wisconsin-Madison, precisamente 234 (circa 206 milioni di euro). Secondo la Warf, fondazione di ricerca dell’università a cui il brevetto era intestato dal 1998, i loro strumenti, che puntano a migliorare l’efficacia e le prestazioni dei processori, sarebbero stati utilizzati appunto sui processori A7, A8 e A8X degli iPhone 5S, 6 e 6Plus e su vari modelli di iPad. Sullo stesso brevetto era caduta anche Intel nel 2008, pagando poi alla Warf 110 milioni di dollari.

“Quasi due decenni fa abbiamo cercato di anticipare come i computer avrebbero funzionato oggi. La nostra squadra ha investito 11 anni di lavoro per risolvere questo problema”. Queste le parole di Andreas Moshovos, Scott Breach, Terani Vijaykumar, e Gurindar Sohi, riconosciuti come gli inventori dei chip “rubati”. Martedì scorso, i giudici hanno accolto le loro richieste e respinto ogni tentativo di difesa da parte della Apple che avrebbe tentato di invalidare il brevetto e negare quindi qualsiasi genere di infrazione. “Questo è un caso in cui il lavoro duro dei ricercatori di una nostra università e l'integrità del sistema dei brevetti ha prevalso”, ha commentato soddisfatto Carl Gulbrandsen, direttore generale della organizzazione non-profit Wisconsin Alumni Research Foundation. Cupertino invece, che non ha voluto commentare l’esito sella sentenza, ha però confermato l’intenzione del colosso americano di far ricorso. L’azienda ha tenuto a precisare, infatti, che sarebbe stato più appropriato concordare un prezzo di 7 centesimi per ogni dispositivo per cui è stato fatto uso, secondo l’accusa illegalmente, dei brevetti in possesso dell’università del Wisconsin. In questo modo, la somma totale sarebbe stata di 10 milioni di dollari, contro i 400 milioni richiesti quando la causa fu aperta nel gennaio 2014. Il risarcimento danni è però stato limitato dal giudice, secondo cui l’utilizzo del brevetto è stato attuato “involontariamente”.

Niente di grave per la compagnia di Tim Cook, se si considera che la cifra da versare è pari allo 0,004 per cento del fatturato del 2014.


di Maria Giulia Messina