mercoledì 29 luglio 2015
Non c’è pace per Google, neanche in queste torride giornate estive. La società di Mountain View, dopo le accuse dei mesi scorsi torna nel mirino della Commissione europea che sta valutando l’apertura di un terzo caso contro “Big G”.
Come molti ricorderanno, lo scorso aprile, la Commissione Europea aveva formalizzato ben due accuse nei confronti del gigante di Internet. All’accusa di abuso di posizione dominante nell’ambito del mercato europeo dei servizi di ricerca on-line – vicenda che aveva portato Google sotto la lente dell’Antitrust europeo fin dal 2010, quando motori di ricerca concorrenti l’avevano accusata di favorire sistematicamente i propri servizi a discapito di tutti gli altri, eliminando di fatto qualsivoglia concorrenza – si era accompagnata una seconda questione, legata all’utilizzo delle app di Google nei sistemi Android. Sembrerebbe infatti che Google avesse forzato i produttori di smartphone a preferire le proprie app in cambio del permesso all’utilizzo del sistema Android. Ma non c’è due senza tre… E questa volta i problemi di Big G si concentrano sul mercato della pubblicità on-line. Le nubi contro il colosso di Internet si sarebbero addensate a seguito delle segnalazioni alle autorità europee di alcuni concorrenti – nello specifico Microsoft, WPP e OpenX – i quali, hanno presentato nei giorni scorsi degli esposti, che non sono stati ancora formalizzati, per denunciare come Mountain View cerchi di favorire i propri prodotti.
Google utilizzerebbe infatti pratiche scorrette al fine di indurre i clienti ad acquistare i propri prodotti, in particolare a causa di bundle che non lascerebbero spazio sul mercato alla concorrenza. A quanto si legge, Google imporrebbe l’utilizzo congiunto di due strumenti – DoubleClick Bid Manager e DoubleClick Ad Exchange – pratica peraltro già denunciata da Digiday nel dicembre del 2014. Inutile dire che Google ha informalmente respinto le accuse al mittente, sostenendo che l’utilizzo di questi strumenti non è affatto obbligatorio, anche se le prove sembrano andare tutte nella direzione opposta. Microsoft, WPP e OpenX hanno richiesto l’apertura formale di una indagine, ma per il momento nessun procedimento è stato ufficialmente avviato.
Dovremo attendere i prossimi mesi per vedere che piega prenderà la situazione… anche se molti esperti di settore ritengono complesso aprire un caso contro Google nel mercato della pubblicità on-line, ancora particolarmente carente in termini di dati affidabili sulla dimensione del mercato e quindi sulla eventuale posizione dominante di Google. Intanto, si ricorda che la società californiana dovrà rispondere entro il prossimo 17 agosto dell'accusa di presunto abuso di posizione dominante nel mercato della ricerca on-line, a seguito della comunicazione di addebito ricevuta lo scorso 15 aprile.
di Elena D’Alessandri