La novità della Apple: emoticons “pluraliste”

mercoledì 25 febbraio 2015


Nuove tecnologie, nuovi problemi. I dati dell’ultimo biennio hanno evidenziato una crescita esponenziale nell’acquisto dei device mobili di ultima generazione, prevalentemente smartphone e tablet. Il nuovo cellulare intelligente ha consentito all’utente numerose funzioni aggiuntive rispetto al vecchio telefono portatile che si limitava a telefonate e messaggistica.

Schermi a colori, dimensioni più grandi, mappe, meteo, connessione, tastiera touch screen, ma l’evoluzione non è stata marcata soltanto da questi passaggi. Nella messaggistica istantanea, sia essa via sms o attraverso chat come la popolarissima Whatsapp, l’utente può far uso di “faccine” a corredo del testo, le così dette “emoticon”per esprimere gioia, tristezza, rabbia, ricordare una ricorrenza (ad esempio un compleanno attraverso una torta con tanto di candeline, o il Natale attraverso Babbo Natale o l’albero addobbato).

In passato però le emoticon di casa Apple hanno subito accuse di razzismo o assenza di una visione pluralistica della realtà, per aver escluso delle etnie dalla tastiera o per aver trascurato alcuni aspetti familiari che non rappresentano in modo corretto la realtà di oggi. Alla luce di queste critiche, l’azienda di Cupertino ha collaborato con Unicode per rilasciare un nuovo set di caratteri ed icone, con l’aggiornamento ad iOS9. La nuova tastiera includerà 32 bandiere appartenenti ad altrettanti Paesi, immagini di coppie gay o di famiglie “atipiche” rispetto alla consueta accezione, ovvero famiglie arcobaleno composte da due papà o due mamme e finanche figure iconiche come quella di Babbo Natale con differenti colori della pelle e tratti somatici.

Stando a quanto riferito dal quotidiano inglese The Guardian, l’aggiornamento, che prevede l’introduzione di 300 nuove emoticon, è ancora in fase sperimentale e sarà disponibile per tutti gli utenti entro pochi mesi. Insomma per stare al passo con i tempi Apple ha dovuto rilasciare emoticon gay friendly e multirazziali. Le battaglie per il pluralismo e contro il razzismo hanno sempre ragion d’essere e vanno combattute su tutti i fronti e in tutte le circostanze.

La riflessione qui però è un’altra. Perché intentare una battaglia per la rappresentatività di qualsiasi genere e di qualsiasi razza attraverso le faccine della messaggistica istantanea quando questi diritti non sono ancora di fatto garantiti nella realtà reale fuori dallo schermo? Nel nostro piccolo italiano è stato piuttosto bizzarro riscontrare, soltanto poche settimane fa, aspre critiche in occasione dell’evento dell’anno, il Festival di Sanremo, da parte di alcune frange cattoliche, per l’invito alla competizione della drag queen Conchita Wurst (Thomas Neuwirth) o di Mauro Coruzzi, meglio noto come Platinette.

Occorre peraltro sottolineare che la Wurst ha rappresentato l'Austria e vinto l’Eurovision Song Contest 2014 a Copenaghen, mentre Coruzzi era in gara in duo con la cantante Grazia Di Michele. Entrambi erano quindi ben titolati a prender parte alla competizione canora. I contestatori cattolici – decisamente oltranzisti vien da commentare – hanno contestato che Sanremo è un programma per famiglie che va in onda in prima serata sulla rete ammiraglia di servizio pubblico. Forse secondo loro è quindi meglio bandire chi è diverso, perché potrebbe urtare la sensibilità dei telespettatori più tradizionalisti? Ma il loro credo non predica peraltro l’uguaglianza e l’inclusione? Tralasciando il singolo episodio, è triste riscontrare che ancor oggi esista una grande abbondanza di fenomeni come questo, peraltro spesso caratterizzati da toni più accesi e intolleranti.

Ed è altrettanto deprimente ammettere che il razzismo e la legittimazione alla propria diversità non si risolvano solo con nuove e più inclusive emoticon per i messaggini del nostro smartphone. In ogni caso Apple ha fatto la sua parte, ed è comunque un dato positivo.


di Elena D’Alessandri