Baffi elettronici simili alle vibrisse

mercoledì 22 gennaio 2014


Arrivano i baffi elettronici, sottili “peli” artificiali avvolti da nanotubi e che imitano le funzioni complesse delle vibrisse dei gatti e di molti altri mammiferi. Si tratta di sofisticati sensori realizzati da un gruppo di ricercatori dell’Università della California di Berkeley, descritte sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), che potrebbero trovare applicazioni interessanti nella robotica e facilitare l’interazione fra uomo e macchina.

Le vibrisse di cui sono dotati felini e roditori sono sensibilissimi sensori fondamentali per supportare la vista, soprattutto di notte, in quanto rilevano l’intensità e la direzione del vento e aiutando così a “vedere” la presenza di ostacoli oppure percepire gli spostamenti d’aria provocati da animali nelle vicinanze. Per ricrearne le incredibili capacità, i ricercatori hanno sfruttato le proprietà dei nanotubi di carbonio (lunghi cilindri realizzati con il grafene e spessi meno di un millesimo del capello umano) e di nanoparticelle di argento avvolte attorno a delle fibre elastiche. I nanotubi formano una vera e propria rete di cavi sensibile alla pressione esercitata dal movimento dell'aria e capace di trasportare il segnale elettrico lungo la fibra.

Il ruolo delle nanoparticelle di argento è invece quello di “limitare” la sensibilità dei nanotubi e tarare i baffi a seconda delle esigenze. Grazie a queste caratteristiche le vibrisse artificiali poste in serie sono in grado di rilevare i dati sui movimenti dell’aria e attraverso un’elaborazione, possono ad esempio stabilire la direzione e intensità dell’aria o il movimento di oggetti. Rispetto ai precedenti lavori, i nuovi baffi elettronici sono circa 10 volte più sensibili e possono essere rapidamente rimodulati a seconda della sensibilità necessaria. Caratteristiche, quindi, che unite alla semplicità di produzione potrebbero trovare molte applicazioni anche per i robot, migliorandone la sensibilità.


di redazione