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sabato 21 luglio 2012


Sdegno, condanna ed esecrazione. Il centrodestra fa i conti con l’annuncio del Cavaliere di riscendere in campo e con la contestuale esigenza di dare un segnale forte di cambiamento in senso “virtuoso” nei metodi di reclutamento dei candidati. E, si sa, ogni svolta esige il proprio agnello sacrificale. Che non si tratti proprio di un candido agnellino poco importa, sul piano simbolico la condanna dell’intraprendente Nicole Minetti funziona. Detto, fatto, anche il povero Alfano, attento interprete della linea politica architettata, discussa e approvata in regia, si è piegato al refrain bersaniano del «si deve dimettere». E così anche il centrodestra ha pagato il suo obolo alla deriva eticizzante e perbenista usualmente coltivata a sinistra. Il nuovo progetto impone roghi personali e sfoltiture selvagge. Tanto che nel rigoroso restyling berlusconiano finisce anche il calcio-politica: dopo la damnatio della furba Minetti, l’ex presidente del Consiglio, in piena spending review, si converte all’epoca del gran risparmio vendendo il suo calciatore più costoso, Ibrahimovic. Lui non è apparso molto d’accordo, per la verità e l’espressione «arrabbiato come un Ibra» è già un must. Certo, paese strambo l’Italia: volatilizzata qualsiasi forma di protesta disobbediente e viola, neutralizzata da una narcosi generalizzata e dal fatalismo del “sia quel che sia”. Tutti appecoronati all’abbeveratoio del Pensiero Unico prono ai poteri forti dei banchieri, purché in continuità con l’antiberlusconismo di professione. Gli animi, però, si riconsolano al pensiero di un nostalgico Cesa che mentre propone larghe intese lima l’accordo per le piccole intese tra Bersani e Casini. Dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo. Là dove solo i poeti (politicanti) possono. Ma tra un innalzamento dello spread oltre i 500 punti e l’ondata di delegittimazione contro il presidente della Repubblica non sarà il caso di una riflessione sulla prospettiva di vendere la rete del gas agli arabi? È davvero nel nostro interesse nazionale o non piuttosto un ulteriore passo nella cessione della nostra sovranità nazionale in questo caso economica? L’Italia perde la media del quaranta per cento di acqua potabile grazie al referendum di giugno scorso, lo stato non ce la fa a fronteggiare le perdite, come era prevedibile. L’Europa presto ci imporrà “alla lavagna” la privatizzazione e gli arabi, già impegnati a razzolare le aziende strategiche europee, sono pronti ad acquistarci a basso costo. Bel capolavoro...in attesa del Gran Califfato!

LUNEDÌ

Claudio Sara: «Alfano: La Minetti si deve dimettere. Piccoli Bersani crescono?».

Francesco Grattoni: «Tutti a chiedere la testa della Minetti, ma il resto chi se l’è pigliato?».

MARTEDÌ

Paolo Palleschi: «Moody’s declassa anche il Colosseo e la Madonnina. A Milano cantano: Sapessi com’è strano sentirsi declassati a Milano, a Roma: te c’hanno mai mannato a quer paese...».

Franco Fazi: «Tutte le intercettazioni sono uguali ma alcune sono più uguali delle altre».

MERCOLEDÌ

Mario Bortot: «Moody’s ha declassato il gruppo musicale degli Abba a livello di Acdc».

GIOVEDÌ Claudio Sara: «Bossi si ribella a Maroni: Il capo sono io. Come dargli torto da che mondo è mondo i maroni stanno sempre sotto la testa».

Franco Fazi: «Trattativa sato-mafia. Un’inchiesta da Oscar».

VENERDÌ

Claudio Sara: «Moody’s declassa l’Anm a Pd/Sel».

Enzo Sara: «La Direzione nazionale dell’Udc ha approvato all’unanimità un documento ddel segretario Lorenzo Cesa: Indispensabile le larghe intese anche nel 2013. Tuttavia non sono riproponibili coalizioni eterogenee. Larga la foglia, stretta la via. Dite la vostra cazzata che Cesa ha detto la sua».

Leandro Papa: «A 4 anni in lacrime e solo per ore. Arrestati i genitori. Il Pd è abbandonato da quasi 5 anni e nessuno dice niente».


di Barbara Alessandrini